Un razzo senza identità era destinato a impattare la Luna oggi alle 13.25, ore italiane, secondo gli scienziati.
Una collisione, attesa ma non ancora confermata, che vede come primo protagonista lo stadio superiore errante di un razzo non identificato, che ha spinto la comunità scientifica a una caccia all’identità nelle scorse settimane. L’urto, previsto dagli esperti da tempo per il 4 marzo, sarebbe dovuto succedere nel cratere Hertzsprung, sul lato più lontano della Luna.
Non conosciamo, tuttavia, a chi appartenga questo stadio misterioso, il primo pezzo di spazzatura spaziale in collisione accidentale con la superficie lunare, se si escludono i veicoli schiantatisi nel tentativo di atterrare sul nostro satellite.
Inizialmente ritenuto dall’astronomo Bill Gray il secondo stadio di un razzo Falcon 9 di SpaceX, successivamente lo stesso Gray ha denunciato un erroneo scambio di identità, per cui lo stadio errante apparterebbe, invece, a un razzo cinese: il Long March 3C che ha lanciato la missione lunare Chang’e 5-T1 nell’ottobre 2014. Identikit però smentito dalla Cina, secondo cui «lo stadio superiore del razzo della missione Chang’e 5 è rientrato nell’atmosfera terrestre, bruciandosi completamente».
L’origine cinese è stata però poi riconfermata dai ricercatori dell’Università dell’Arizona a Tucson, che, utilizzando il telescopio Raptors, hanno individuato la provenienza dello stadio ricollegando le osservazioni effettuate al tipo di vernice utilizzata dai cinesi.
Una caccia alla misteriosa identità che non sminuisce, comunque, la spettacolarità dell‘impatto lunare: una prima assoluta che non avrà però spettatori diretti. Le tracce postume dell’urto saranno ricercate dal Goldstone Solar System Radar in California, ma soprattutto dal Lunar Reconnaissance Orbiter (Lro) di Nasa.
La sonda cercherà dall’orbita lunare i cambiamenti nel sottile strato di gas che circonda il nostro satellite dovuti all’impatto, per poi, più avanti, ‘scansionare’ la superficie lunare alla ricerca del cratere generato.
Questo sarà molto simile ai crateri creati dai terzi stadi degli enormi razzi Saturn V utilizzati dal programma Apollo della Nasa, quando furono intenzionalmente indirizzati sulla Luna.
Come successe allora, anche l’impatto atteso per oggi dovrebbe aver creato un cratere più asimmetrico e meno profondo di quelli naturali da meteoriti.
Un’altra previsione era che questo misterioso stadio errante si sarebbe dovuto ridurre drasticamente per l’impatto proprio come quelli del Saturn V.
«Il risultato è che molta dell’energia va a schiacciare il proiettile piuttosto che a scavare il cratere – ha detto Jeffrey Plescia del Laboratorio di Fisica Applicata della Johns Hopkins University nel Maryland – la profondità del cratere e altre caratteristiche dell’evento di impatto saranno misurate in modo più affidabile per l’incidente del 4 marzo, poiché le immagini pre-impatto sono già state scattate dal potente sistema di telecamere di Lro».
Non resta dunque che attendere conferme e nuove informazioni, per misurare la bontà delle previsioni fin qui fatte e sperare ancora di svelare un giorno la misteriosa identità dello stadio errante.
Crediti immagine: Il sito di impatto previsto dello stadio superiore errante del razzo (Crediti: Nasa/Lroc/Asu/Scott Sutherland)