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Il trasporto di rifornimenti e materiali scientifici verso la Iss continuerà a essere garantito dagli attuali fornitori fino al 2030, anno in cui la Nasa ha pianificato la dismissione del grande laboratorio cosmico.

L’ente spaziale americano ha annunciato l’estensione di questi servizi lo scorso 8 novembre: a beneficiare della proroga saranno Northrop Grumman, Sierra Space e SpaceX, ovvero le aziende titolari dei contratti definiti ‘Crs-2’ (Commercial Resupply Services). La scadenza di questi accordi, stipulati nel 2016, era stata inizialmente fissata al 2026, ma a già marzo dello scorso anno la Nasa aveva manifestato l’intenzione di procedere a una proroga.

Il motivo di questa decisione risiede nel fatto che, secondo la Nasa, nel mercato attuale non vi sono altri veicoli di trasporto dotati della certificazione necessaria per svolgere i servizi da e verso la Stazione; di conseguenza, l’estensione dei contratti è stata ritenuta la via più efficace per garantire le missioni cargo.

Peraltro, l’agenzia spaziale statunitense aveva cercato di coinvolgere altre aziende operanti nei settori dei veicoli spaziali e della logistica ma nessuna delle proposte formulate è risultata in grado di soddisfare i requisiti per svolgere questo tipo di servizio. Gli attuali contratti Crs-2 hanno un valore complessivo di 14 miliardi di dollari, un tetto che, secondo la Nasa, non verrà superato dalle proroghe.

Intanto, sempre l’8 novembre, la Stazione ha ricevuto una ‘spinta’ dai motori della capsula Dragon che vi era giunta pochi giorni prima: la manovra, definita reboost, si è resa necessaria per correggere il naturale decadimento dell’orbita e, come comunicato dalla Nasa su X, è stata completata con successo alle 18:50 (ora italiana). La procedura è stata monitorata da Nasa e SpaceX che hanno raccolto informazioni utili per il futuro veicolo di deorbitazione della Iss.

 

In alto: il cargo Cygnus agganciato al braccio robotico della Stazione Spaziale (Crediti: Nasa)