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Durerà poco più di 12 minuti e servirà per ricollocare correttamente la Stazione Spaziale nell’orbita terrestre bassa, a 400 chilometri di altezza: è la manovra che oggi vedrà protagonista il cargo Dragon di SpaceX che, attraccato da pochi giorni al grande laboratorio orbitante, accenderà i suoi motori per dare una spinta.

La procedura, che si rende necessaria a causa del naturale decadimento dell’orbita, avrà anche un altro scopo: raccogliere dati che potranno essere utili a SpaceX per realizzare la particolare versione della Dragon cui sarà affidato il compito di deorbitare la Iss nel 2030. Secondo i tecnici dell’azienda statunitense, la durata del reboost sarà sufficiente per ricavare informazioni preziose.

La manovra in questione, peraltro, non è novità, ma per la Dragon si tratta di un debutto. In precedenza, il compito di spingere la Stazione verso l’alto è stato tradizionalmente svolto dalle capsule Soyuz e – una sola volta – da una Cygnus.

La scorsa estate la Nasa ha appunto selezionato SpaceX per la realizzazione di un veicolo che verrà utilizzato per le manovre di deorbitazione della Iss: il mezzo, definito Usdv (United States Deorbit Vehicle), sarà in pratica una versione modificata della Dragon.

Il design di Usdv quindi si baserà su quello della Dragon, ma con un ‘tronco’ – ovvero la struttura di servizi’ al di sotto della capsula – più grande e dotato di un maggior numero di propulsori Draco. In tutto, i Draco saranno 46, di cui 30 destinati a effettuare la manovra che farà abbassare l’orbita della Stazione e 16 per il controllo di assetto. Il tronco di Usdv, infatti, sarà lungo il doppio rispetto a quello usuale e conterrà, oltre ai propulsori, i tank del propellente, i generatori di energia e altri sistemi.

«I dati che raccoglieremo da questa manovra di spinta e controllo dell’assetto saranno molto utili – ha commentato Jared Metter, direttore dell’affidabilità dei voli di SpaceX – E questi dati porteranno a capacità future, principalmente al veicolo di deorbitazione».

 

In alto: la Stazione Spaziale Internazionale vista dalla capsula Dragon (Crediti: Nasa)