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Il luogo di nascita dell’asteroide Ryugu potrebbe essere molto più vicino alla Terra di quanto pensato finora. A suggerirlo una ricerca del Max Planck Institute for Solar System Research (Mps) secondo cui l’asteroide si potrebbe esser formato vicino a Giove e non oltre l’orbita di Saturno, come indicato, al contrario, da precedenti studi.

La scoperta arriva dal confronto di alcuni frammenti dell’asteroide – una piccola parte dei campioni consegnati alla Terra quattro anni fa dalla sonda giapponese Hayabusa 2 e distribuiti ora a diversi laboratori del mondo – e meteoriti simili caduti dallo spazio sulla superficie terrestre.

Lo studio, pubblicato su Science Advances, suggerisce che l’asteroide Ryugu non abbia viaggiato così tanto dal suo luogo di origine fino all’attuale orbita vicino alla Terra. La sua orbita solare lo avvicina, infatti, al nostro pianeta, anche se non vi sono rischi di collisione con esso. Eppure, come altri asteroidi presenti nel Sistema Solare interno, Ryugu sarebbe giunto fino alle regioni vicine alla Terra spostandosi dalla fascia principale degli asteroidi situata tra le orbite di Marte e Giove. Molti degli asteroidi di questa regione sono accomunati, inoltre, da un’origine ancora più distante, oltre l’orbita di Giove.

Per comprendere dove si sia formato un asteroide, gli esperti confrontano la composizione dei suoi campioni con quella delle meteoriti cadute sulla Terra. Le indagini di questo tipo hanno finora confermato che Ryugu rientra nella folta schiera di meteoriti ricchi di carbonio, ossia le condriti carbonacee, Studi approfonditi hanno, inoltre, individuato la specifica famiglia a cui Ryugu apparterrebbe, ossia il gruppo raro delle cosiddette condriti CI. Una peculiarità delle condriti CI è quella di essere costituite prevalentemente da roccia a grana fine, mentre le condriti carbonacee generiche sono significativamente più ricche di inclusioni, ossia il materiale densamente impacchettato tra le polveri più fini.

Il particolare tipo di condriti CI è, inoltre, caratterizzata da una composizione chimica simile a quella del Sole, suggerendo agli scienziati che questo materiale particolarmente incontaminato potesse essersi formato ai margini più esterni del Sistema Solare. Questo ha fatto ipotizzare finora che anche il luogo di origine di Ryugu fosse al di fuori dell’orbita di Saturno.

Le ultime analisi degli scienziati Max Planck dipingono ora un quadro diverso: analizzando i rapporti degli isotopi del nichel in quattro campioni dell’asteroide Ryugu, il team è arrivato a smontare l’ipotesi secondo cui le condriti CI abbiano un luogo di nascita ai confini del Sistema Solare.

Secondo i ricercatori, le prime condriti carbonacee si sarebbero formate circa due milioni di anni dopo la formazione del Sistema Solare. Attirati dalla forza gravitazionale del Sole ancora giovane, la polvere e i primi ammassi solidi si sarebbero poi fatti strada dal bordo esterno verso il Sistema Solare interno, incontrando un ostacolo lungo il percorso: il neoformato Giove. Al di fuori della sua orbita, si accumularono soprattutto gli ammassi più pesanti e più grandi, che si trasformarono in condriti carbonacee. Dopo circa due milioni di anni, un altro processo prese il sopravvento: sotto l’influenza del Sole, il gas originario evaporò gradualmente al di fuori dell’orbita di Giove, portando all’accumulo soprattutto di polvere e grani di ferro-nichel. Questo ha portato alla nascita delle condriti CI

«I risultati ci hanno sorpreso molto. Abbiamo dovuto ripensare completamente, non solo a Ryugu, ma anche all’intero gruppo di condriti CI – afferma  Christoph Burkhard dell’Mps e coautore dello studio – Le condriti CI non appaiono più come parenti lontane e un po’ esotiche delle altre condriti carbonacee provenienti dal bordo più esterno del Sistema Solare, ma piuttosto come fratelli minori che potrebbero essersi formati nella stessa regione, ma attraverso un processo diverso e in tempi successivi».

Immagine in evidenza: Ryugu fotografato dalla sonda Hayabusa 2 – Crediti: Jaxa