Hayabusa 2 ha portato a termine la sua missione. La sonda giapponese incaricata di riportare sulla Terra campioni di materiale dell’asteroide Ryugu per ampliare le conoscenze sul nostro Sistema Solare, ha rilasciato la piccola capsula contenente i campioni che si è staccata dalla sonda madre a 220 mila chilometri di distanza dalla Terra dopo una serie di complessi manovre. Qualche ora dopo il contenitore è atterrato nell’area remota di Woomera, in Australia ed è stata recuperata dal team giapponese.
Il viaggio di Hayabusa è iniziato nel 2014 e nel 2018 la sonda ha raggiunto Ryugu. Nell’ottobre di quell’anno Hayabusa ha inviato il lander Mascot insieme ai tre rover Minerva sulla superficie per individuare il luogo ideale per la raccolta dei campioni, avvenuta in due momenti: a febbraio e a luglio 2019. L’avventura di Hayabusa non termina qui: la sonda continuerà a viaggiare nello spazio profondo verso l’asteroide 1998 KY26, che raggiungerà nel 2031.
Ma il Giappone non è l’unico paese ad aver scommesso su una missione di sample return: la Cina ha annunciato che il modulo di ascesa della missione Chang’e-5 atterrata lo scorso 1 dicembre si è riunito al al veicolo di ritorno che lo attendeva in orbita: si tratta del primo rendez vous di questo tipo ad essere effettuato da una sonda cinese: il ritorno sulla terra con il prezioso carico di rocce lunari è previsto per metà dicembre nella parte interna della Mongolia. Anche la Nasa è in attesa di campioni di asteroide, quelli di Bennu, collezionati dalla sonda Osiris Rex attesa sulla Terra nel 2023.