Com’è cominciata la vita sul nostro pianeta? Una chiave per rispondere a questa domanda è nascosta nei ‘semi’ di materia organica intrappolati nei meteoriti. Secondo gli astronomi, analizzare frammenti di corpi celesti provenienti dallo spazio può aiutare a ricostruire il percorso che ha portato alla nascita delle prime forme viventi sulla Terra.
I principali ‘trasportatori cosmici’ ritenuti responsabili della vita sul nostro pianeta sono le condriti carbonacee, meteoriti che contengono acqua e tracce di materiale organico. Si pensa che questi oggetti provenissero dalla fascia principale degli asteroidi, regione del Sistema solare situata tra le orbite di Marte e Giove. Ma secondo alcuni scienziati l’origine dei meteoriti ‘vitali’ andrebbe ricercata più lontano ancora: nel Sistema solare esterno.
A sostenere questa tesi è ad esempio un team di ricerca guidato dal Tokyo Institute of Technology. In uno studio pubblicato su Agu Advances, gli scienziati evidenziano una contraddizione che, dal loro punto di vista, confuterebbe la teoria secondo cui le condriti carbonacee responsabili della vita sulla Terra provengano dalla fascia principale. La chiave di questa contraddizione sarebbe in una particolare caratteristica di questi asteroidi, la riflettività superficiale (detta anche albedo). Si tratta della frazione di luce solare riflessa in tutte le direzioni dall’oggetto celeste osservato, che in molte circostanze può aiutare a scoprire nuove informazioni sull’oggetto stesso.
Nel caso degli asteroidi della cintura principali, le osservazioni al telescopio mostrano una riflettività superficiale media di 3,1 μm. Questo corrisponde alla presenza negli stati più esterni di ghiacci d’acqua o argilla, che di solito sono stabili soltanto a temperature molto basse. Eppure, fanno notare gli autori dello studio, i meteoriti carbonacei recuperati sulla Terra generalmente mancano di questa caratteristica.
Per indagare più a fondo tale discrepanza tra i dati, il team giapponese ha realizzato una serie di simulazioni al computer, ricostruendo l’evoluzione chimica degli asteroidi primitivi a seconda di diversi scenari. I risultati mostrano che lo scenario più coerente sarebbe quello secondo cui le condriti carbonacee si sarebbero formate ai confini del Sistema solare, per poi essere trasportate nella zona più interna.
Al momento si tratta soltanto di un’ipotesi, che andrà messa alla prova da ulteriori modelli o dati osservativi. Ma è possibile che la lunga catena di coincidenze che ha reso il nostro pianeta adatto alla vita sia ancora più complessa di quanto pensassimo.
Immagine in apertura: rappresentazione artistica della fascia principale degli asteroidi. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech