432.210 km di distanza dalla Terra: è il nuovo confine toccato ora da Orion oltre il quale nessun veicolo spaziale per il volo umano si mai è spinto. Il nuovo record è stato siglato dalla navicella Nasa il 28 novembre, quando in Italia erano da poco passate le ore 22.00.
Nel 13° giorno del suo viaggio lunare senza equipaggio, la capsula Orion ha, infatti, raggiunto la sua distanza massima dal nostro pianeta quando era a circa 70mila km dalla Luna. Tutto secondo i piani di Artemis I, missione di 26 giorni decollata lo scorso 16 novembre che ha inaugurato il programma di esplorazione lunare Artemis.
Il record è stato immortalato dalle immagini realizzate dalle camere situate sui pannelli solari del modulo di servizio europeo, il quale rappresenta il contributo italiano alla missione Artemis I grazie a Thales Alenia Space Italia che fornisce la struttura del veicolo e il sistema di controllo termico.
Il primato attuale è stato raggiunto da Orion dopo aver battuto, due giorni prima, il record stabilito nel 1970 dalla missione Apollo 13, il cui equipaggio si spinse poco oltre i 400.00 km dalla Terra.
Ormai a metà della sua avventura, Orion è ora in viaggio attorno alla Luna lungo l’orbita retrograda distante, una traiettoria che completerà in circa sei giorni prima di cominciare il suo viaggio di rientro in direzione della Terra.
Viaggiando lungo questa orbita altamente stabile, Orion permetterà al team di Artemis I di testare tutti i sistemi della navicella, ora in ottime condizioni di salute.
Nata come test per future missioni lunari con equipaggio, l’impresa lunare di Orion sta svolgendosi oltre ogni buona aspettativa di Nasa: finora sono stati raggiunti il 37,5% degli obiettivi per i test associati alla missione, tanto da far valutare al team se aggiungere altre sette prove per caratterizzare ulteriormente l’ambiente termico e il sistema di propulsione del veicolo spaziale.
Con 9 accensioni effettuate sulle 19 previste, hanno riscosso successo tutte le attività svolte finora dai tre motori della navicella: quello principale, i propulsori ausiliari e i propulsori del sistema di controllo della reazione.
Con 2560 kg di propellente consumato, Orion ha risparmiato circa 70 kg di carburante rispetto alle previsioni iniziali, garantendo un margine di circa 900 kg di propellente oltre a quanto il team intende utilizzare per la sua missione. La quantità di carburante necessaria per le manovre del veicolo spaziale dipende dalla precisione dello stato di navigazione.
Uno dei test realizzati lungo l’orbita retrograda distante è stato proprio quello sugli star traker, strumenti di navigazione che misurano le posizioni delle stelle per aiutare il veicolo spaziale a determinare il proprio orientamento. Allineando questo navigatore stellare con il sistema elettronico che misura l’accelerazione della navicella, gli ingegneri Nasa sono in grado di determinare la posizione, la velocità e l’assetto del veicolo spaziale.
Fino a oggi, l’azione tanto dimostrativa quanto di successo di Orion ha già visto più di 2.000 file inviati dalla navicella alla Terra. Nei giorni scorsi, il team ha anche attivato e interagito con Callisto, carico utile di Orion che consiste in una dimostrazione tecnologica per testare le capacità di videoconferenza con l’equipaggio nell’ambiente dello spazio profondo. Una tecnologia realizzata da Lockheed Martin in collaborazione con Amazon e Cisco che potrebbe portare in futuro il pubblico a partecipare dalla Terra al ritorno dell’uomo sulla Luna.
Immagine in evidenza: immagine scattata da Orion il 28 novembre, il giorno di volo numero 13 in cui la navicella Nasa ha raggiunto la sua massima distanza dalla Terra toccando i 432.210 km di distanza dal nostro pianeta. La sonda ha viaggiato più lontano di qualsiasi altro veicolo spaziale costruito per gli esseri umani. Crediti: Nasa