Virgin Galactic riprende la sua corsa verso il turismo spaziale. Dopo una battuta d’arresto di quasi un anno, lo scorso 22 maggio l’azienda di Richard Branson ha effettuato con successo un test con equipaggio della sua SpaceShipTwo, partita dallo spazioporto America nel New Mexico.

Il veicolo, chiamato Vss Unity, è stato portato in quota e rilasciato dall’aereo WhiteKnightTwo. Lo spazioplano ha poi acceso il suo motore a razzo ibrido, raggiungendo un’altezza massima di 89.2 chilometri prima effettuare un atterraggio da manuale e portare a casa sani e salvi i due piloti di bordo. Si tratta del primo di una serie di 4 voli suborbitali programmati da Virgin Galactic per aprire definitivamente le porte al turismo spaziale.

Una strada che fino a oggi non è stata priva di ostacoli. L’ultimo tentativo di volo risale al dicembre 2020, quando la società è stata costretta a interrompere il test a circa 15mila metri di altezza a causa di un problema al motore. E nonostante lo scorso luglio Virgin Galactic abbia rivelato al mondo gli scintillanti interni della sua SpaceShipTwo destinata ai futuri viaggiatori spaziali paganti, nei mesi successivi i ritardi si sono continuati ad accumulare.

Il successo di questo volo suborbitale permette ora all’azienda di Branson di puntare a una nuova tabella di marcia che, se tutto andrà come previsto, vedrà i primi turisti spaziali nel 2022.

Uno scenario che potrebbe coinvolgere anche l’Italia, che già nel 2018 tramite Asi, Altec e Sitael ha firmato un contratto con Virgin Galactic per includere tra i punti di partenza delle future SpaceShipTwo anche lo spazioporto di Grottaglie, in Puglia. Mentre un successivo accordo nel 2019 con l’aeronautica Militare ha stabilito che tre italiani voleranno a bordo di uno dei futuri lanci di SpaceShipTwo.

Intanto il primo gate made in Italy per lo spazio sta ultimando il processo di regolamentazione da parte dell’Enac, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile che pochi giorni fa ha visto la nomina di Pierluigi Di Palma come nuovo presidente. E intanto l’Esa ha annunciato che potrebbe essere proprio lo spazioporto di Grottaglie il luogo scelto per il rientro dello Space Rider, il futuro shuttle europeo riutilizzabile progettato per realizzare esperimenti nello spazio. A dimostrazione che il turismo spaziale è soltanto uno dei tanti possibili utilizzi degli spazioporti, futuri nuovi accessi all’orbita bassa.