L’Esa ha diffuso al pubblico i primi dati scientifici di Solar Orbiter, collezionati dagli strumenti che misurano le condizioni ambientali intorno alla sonda. Lanciata lo scorso 10 febbraio, Solar Orbiter si avvicinerà come nessuno ha mai fatto prima alla nostra stella ed effettuerà misurazioni approfondite grazie a una suite composta da 10 strumenti.

Tra questi figurano il coronografo Metis, realizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana in collaborazione con l’Inaf e il Cnr, diverse università italiane e istituti di ricerca sparsi in tutto il mondo, la Dpu (Data Processing Unit) di Swa (Solar Wind Analyser) e il software di Stix (Spectrometer/Telescope for Imaging X-rays) rilevatore di raggi X.

Nel dettaglio, il set di strumenti coinvolti in questo primo rilascio dei dati comprende l’Energetic Particle Detector (Epd), lo strumento Radio and Plasma Waves (Rpw) e il Magnetometro (Mag). Gli strumenti di telerilevamento di Solar Orbiter inizieranno le loro operazioni nominali solo a novembre 2021. Fino ad allora, continueranno a eseguire test e calibrazioni a brevi intervalli.

«Il rilascio pubblico dei primi dati di Solar Orbiter in situ, dopo appena 90 giorni dalla loro ricezione a terra da parte dei diversi team, è stata una sfida enorme, specialmente in questo periodo di emergenza sanitaria, ma pienamente superata – afferma Denise Perrone ricercatrice Asi e project scientist per Swa –  Questo primo rilascio riguarda 3 dei 4 strumenti in situ, mentre il Solar Wind Analyser rilascerà i suoi dati il 2 novembre. Con queste nuove misure, la comunità scientifica internazionale potrà cominciare a lavorare per comprendere meglio l’ambiente che circonda la nostra stella. Con l’avvicinamento ulteriore della sonda al Sole, avremo la possibilità di avere a disposizione dati unici nel loro genere per svelare i misteri che la nostra stella ancora cela».

Nel corso degli ultimi mesi  quando gli strumenti stavano già acquisendo i primi dati  la missione è entrata in una fase di calibrazione che ha permesso di verificare la correttezza delle informazioni ricevute. Una volta compreso il funzionamento degli strumenti in orbita, i vari team hanno elaborato i dati e li hanno inviati al  Esac Science Data Center di Madrid dove sono stati archiviati e in seguito resi accessibili al pubblico. La combinazione degli strumenti di telerilevamento con quelli in situ consentirà agli scienziati di ottenere informazioni sul comportamento del Sole anche in relazione ai cambiamenti climatici che stanno avvenendo sul nostro pianeta.