👉 Seguici anche sul nostro canale WhatsApp! 🚀

 

Sembra che il Sole abbia già mostrato segni dell’inizio di un nuovo ciclo, pur essendo ancora lontano dal concludere quello in corso.

In questi giorni la nostra stella madre è nella fase che gli astronomi chiamano ‘massimo solare‘, quello dove l’attività raggiunge il picco, presentando il maggior numero di macchie, eruzioni, tempeste, espulsioni di massa coronale e soprattutto in cui avviene l’inversione del campo magnetico.
Passato questo momento, la condizione si placherà diventando sempre meno energetica, fino a raggiungere i livelli minimi prima di  riprendere a salire.

Quest’alternanza di periodi di massima e minima attività è divisa in quelli che vengono comunemente definiti ‘cicli solari‘ , di cui ognuno ha una durata di 11 anni. Gli studiosi li numerano dal 1775,  anno in cui iniziarono a registrarli, di conseguenza quello attuale è considerato il 25° ciclo solare ed è cominciato nel 2019
Secondo il comportamento tipico della nostra stella, questo ciclo durerà ancora fino al 2030, ma recenti analisi sembrerebbero mostrare che il Sole stia già mostrando i primi segni di preparazione al prossimo.

Grazie all’eliosismologia, una scienza che da circa 30 anni studia attivamente il Sole attraverso le sue oscillazioni, avvalendosi di sonde robotiche come la Soho, l’Sdo e i 6 telescopi del network Gong, un gruppo di ricercatori dell’Università di Birmingham, guidati dalla dottoressa Rachel Howe, ha scoperto la presenza di una serie di bande sonore in formazione, il cui movimento procede più lentamente o rapidamente rispetto a quello di rotazione generale della stella.
Queste onde nascono nella zona dell’equatore, ma nel tempo si sposteranno verso i poli geografici, un’attività molto simile a quella osservata nel 2017 e diventata poi una delle caratteristiche dell’attuale ciclo solare.
Secondo la dottoressa Howe, che studia queste fasi alternanti ormai da un quarto di secolo, al momento si sta ripetendo la stessa cosa vista sette anni fa.
Le vibrazioni recentemente registrate, dette ‘oscillazioni torsionali solari‘, erano presenti anche allora e sarebbero i primi indicatori di una serie di processi che porteranno al prossimo ciclo solare, pur non essendo terminato quello attuale.

Segnali simili erano stati registrati anche prima del 2017, durante il ciclo solare numero 23, ma la dottoressa Howe spiega che, pur avendo indizi significativi, siamo ancora lontani dal definire modelli accurati in grado di descrivere l’insieme di questi processi: «Spero che con più dati riusciremo a capire meglio il ruolo che giocano questi flussi, nell’intricata danza del plasma e dei campi magnetici che vanno a costituire un ciclo solare», ha dichiarato Rachel Howe durante la presentazione dei risultati al National Astronomy Meeting 2024, incontro annuale organizzato dalla Royal Astronomical Society, la cui ultima edizione si è tenuta presso il Centro per l’Astrofisica ‘E.A. Milne’ di Hull, Inghilterra.

 

Foto: Immagine recente del Sole che mostra le grandi macchie della regione AR3697, particolarmente attiva, oltre a giganteschi filamenti e protuberanze.
Crediti: Mario Rana – Hampton (Virginia)