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Proba-3 sta mantenendo le sue promesse. A un anno dal suo lancio, avvenuto nel dicembre 2024, la missione dell’Agenzia Spaziale Europea ha già collezionato oltre 50 eclissi solari artificiali.

Un dato che conferma la capacità della coppia di satelliti Proba-3, che compongono la missione, di fornire dallo spazio osservazioni complete della corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole. Una indagine completa della corona solare era, infatti, possibile finora esclusivamente dalla Terra.
Prima di Proba-3, gli strumenti spaziali erano in grado di riprendere in modo affidabile solo il disco solare e la regione esterna della corona. Alcuni mesi dopo il suo lancio, la missione Esa ha collezionato due importanti primati che hanno aperto la strada per colmare questa lacuna, permettendo così di osservare dallo spazio tutta la corona solare.

I due satelleti Proba-3 sono stati protagonisti a marzo del primo volo in formazione di precisione, una manovra effettuata autonomamente senza controllo da Terra, che ha portato i due veicoli ad allinearsi con sé stessi rispetto al Sole. Questa configurazione è stata quindi ripetuta nel mese di aprile: le due sonde si sono di nuovo allineate in formazione con precisione millimetrica e hanno mantenuto la loro posizione relativa in direzione del Sole per diverse ore senza alcun controllo da Terra. Questo ha permesso alla missione di realizzare la prima eclissi solare artificiale in orbita. Una performance ripetuta in seguito fino a ottenere oltre 50 eclissi solari artificiali in un anno di operatività.

Immagine realizzata combinando le osservazioni effettuate il 16 luglio per un periodo di un'ora e mezza da tre diversi strumenti europei a bordo di diverse missioni: il disco solare e la corona bassa (colorata artificialmente in giallo) catturato da Swap a bordo di Proba-2; la corona esterna (in rosso) osservata da Lasco C2 a bordo di Soho; e la corona interna (in verde), ripresa in dettaglio dal coronografo Aspiics di Proba-3, che colma il vuoto osservativo per la corona solare.

Immagine realizzata combinando le osservazioni effettuate il 16 luglio per un periodo di un’ora e mezza da tre diversi strumenti europei a bordo di diverse missioni: il disco solare e la corona bassa (colorata artificialmente in giallo) catturato da Swap a bordo di Proba-2; la corona esterna (in rosso) osservata da Lasco C2 a bordo di Soho; e la corona interna (in verde), ripresa in dettaglio dal coronografo Aspiics di Proba-3, che colma il vuoto osservativo per la corona solare.

«Le nostre immagini di eclissi artificiali sono paragonabili a quelle scattate durante un’eclissi naturale – afferma Andrei Zhukov dell’Osservatorio Reale del Belgio, ricercatore principale per il coronografo Aspiics a bordo di Proba-3 – La differenza è che possiamo creare la nostra eclissi una volta ogni orbita, che dura 19 ore e 40 minuti, mentre le eclissi solari totali si verificano naturalmente solo una volta, molto raramente due volte all’anno. Inoltre, le eclissi totali naturali durano solo pochi minuti, mentre Proba-3 può mantenere la sua eclissi artificiale fino a 6 ore».

La missione ha permesso di fornire dallo spazio le osservazioni della regione coronale interna. Le indagini di questa parte della corona sono state finora sporadiche o incoerenti, lasciando un vuoto osservativo. Eppure lo studio di questa regione rimane fondamentale per comprendere i misteri de Sole, tra cui svelare i motori responsabili dell’accelerazione del vento solare. Regione ancora inesplorata, è proprio nella parte centrale della corona che il vento solare acquista velocità prima di riversarsi nel Sistema Solare. In questa regione, inoltre, ha origine la maggior parte delle espulsioni di massa coronale (Cme). Lo studio della corona centrale fornirebbe quindi informazioni su come questi eventi esplosivi vengono innescati.

Con le sue 50 eclissi solari artificiali in orbita in un anno, la missione Proba-3 ha collezionato osservazioni per un totale di circa 250 ore su 50 orbite. I pochi mesi, dunque, è stata raccolta nello spazio la stessa quantità di dati sulla corona solare che sarebbe stato possibile ottenere con 6000 campagne di eclissi totali sulla Terra.
Un risultato raggiunto anche grazie al contributo italiano. L’Agenzia Spaziale Italiana partecipa, infatti, alla missione finanziando il progetto nell’ambito del programma Supporto Tecnologico dell’Esa coordinando l’Istituto Nazionale di Astrofisica e le aziende Leonardo e Aviotec.

Immagine in evidenza: la corona interna del Sole appare verdastra in questa immagine scattata il 23 maggio 2025 dal coronografo Aspiics a bordo di Proba-3, la missione di volo in formazione dell’Esa in grado di creare eclissi solari totali artificiali in orbita.

Guarda la videopillola di AsiTv sul primo volo in formazione di precisione effettuata dai due satelliti di Proba-3.