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«Houston, abbiamo un problema». Una frase oramai diventata leggendaria che fu pronunciata dagli astronauti della missione Apollo 13, mentre erano in viaggio verso la Luna. Era il 14 aprile del 1970 – terzo giorno di volo – e in quel momento la distanza che separava i tre (Jim Lovell, Jack Swigert e Fred Haise) dalla Terra era di circa 200.000 chilometri.
L’improvvisa esplosione di un serbatoio di ossigeno all’interno del modulo di servizio fece vibrare l’intera astronave per diversi minuti. La storia, come tutti sappiamo, si concluse felicemente con il ritorno degli astronauti sulla Terra. Pochi però conoscono cosa provarono i tre nelle ore successive all’esplosione, durante le quali le speranze di cavarsela sembravano davvero ridotte al minimo.
Le sensazioni vissute in quei momenti ce le racconta Fred Haise, ‘Freddo’ per gli amici, che in quella missione era il pilota del modulo lunare che aveva come obiettivo quello di scendere fra gli altopiani di Fra Mauro. Haise ha messo nero su bianco la sua esperienza in un libro tradotto dalla casa editrice Cartabianca, dal titolo “Niente panico, per ora”.
Il racconto non riguarda solo l’avventura (forse sarebbe meglio dire ‘la disavventura’) dell’Apollo 13, ma tutta la sua carriera sia quella di pilota collaudatore che quella spaziale. Carriera, quella spaziale, non da poco: Haise, selezionato dalla Nasa nel 1966, è stato riserva dell’Apollo 8 – la prima missione che portò tre uomini a girare intorno alla Luna la notte di Natale del 1968 – e dell’Apollo 11, che nel luglio del 1969 permise agli americani di piantare la bandiera a stelle e strisce sulla superficie selenica vincendo così la competizione con i sovietici per la conquista del nostro satellite. Riserva, quindi, ma di due missioni iconiche dell’era spaziale di tutti i tempi.
Non bastasse questo, Haise, dopo la missione Apollo 13 e di nuovo riserva di Apollo 16, fu scelto come comandante per il collaudo dello Space Shuttle che utilizzò la navetta Enterprise, che sganciata da un Boeing 747 ‘Jumbo Jet’ della Nasa, eseguì le prove di discesa planata nel deserto della base di Edwards in California. Poi il ritiro dall’ente spaziale americano per riciclarsi nell’industria che sfruttò la sua grande competenza ed esperienza, dandogli incarichi di alto prestigio. Un libro, quindi, da leggere tutto di un fiato che ripercorre una vita costellata di grandi successi compresa la missione Apollo 13 che nonostante tutto fu definita «un fallimento di grande successo».
“Niente panico, per ora” – Il viaggio di un astronauta dell’Apollo 13
di Fred Haise e Bill Moore – Cartabianca 2025, pagine 225, euro 20,00