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La permanenza della navicella CST-100 Starliner sulla Iss vede un nuovo prolungamento. Già con due rinvii alle spalle, il rientro a Terra della navicella di Boeing è ora atteso per il 26 giugno.
Protagonista del Boeing Crew Flight Test, ossia il suo primo volo di prova con equipaggio verso la Iss, Starliner è attraccata al laboratorio orbitante dallo scorso 6 giugno per un soggiorno inizialmente previsto di 8 giorni.

Il suo rientro, con a bordo i due astronauti Nasa Butch Wilmore e Suni Williams, è stato però posticipato in un primo momento al 18 giugno, poi di nuovo al 22 giugno.
Il primo rinvio ha visto come motivo ufficiale quello di evitare un conflitto con la passeggiata spaziale che gli astronauti della Nasa Tracy Dyson e Matt Dominick avrebbero dovuto effettuare il 13 giugno, attività extraveicolare tuttavia annullata per un problema con le tute spaziali.
Lo sgancio dalla Iss è ora previsto quando in Italia saranno le ore 4:10 del 26 giugno, con un atterraggio pianificato per le 10:51 dello stesso giorno presso il porto spaziale White Sands nel New Mexico.
Quello di Starliner segnerà il primo rientro per una capsula americana con astronauti a bordo toccando terra e non effettuando uno splashdown.

La permanenza prolungata permetterà al team di controllo di analizzare molto più approfonditamente due problemi riscontrati durante il volo verso la Iss di due settimane fa: i malfunzionamenti dei propulsori e le perdite di elio nel sistema di propulsione della navicella. Nasa ha infatti identificato complessivamente 5 perdite di elio su Starliner: una prima del lancio, due poche ore dopo il decollo e altre due dopo l’attracco alla Iss. Queste perdite sono state tamponate durante il docking della navicella alla Iss tramite la chiusura dei collettori dell’elio nel sistema di propulsione – operazione avvenuta dopo l’aggancio del 6 giugno.

Mentre la navicella si avvicinava alla stazione è sorto anche un problema ai propulsori del sistema di controllo a reazione a poppa, cinque dei quali sono stati spenti dal computer della navicella durante la fase di docking. Seppure quattro dei propulsori sono stati ripristinati dai controllori per consentire l’aggancio, le cause di questo malfunzionamento non sono state ancora accertate.

Nei giorni scorsi, i funzionari Nasa hanno testato i propulsori con due diverse piccole accensioni riscontrando che questi funzionano come previsto. Il ripristino di alcuni propulsori durante il docking è uno scenario già avvenuto per Starliner durante il secondo volo di prova senza equipaggio del maggio 2022, la missione Oft-2. In quell’occasione, due propulsori avevano mostrato un malfunzionamento durante l’avvicinamento per essere poi ripristinati prima della fine della missione. 

Il test ai propulsori effettuato in questi giorni è stato anche funzionale per controllare le cinque perdite di elio rilevate nel sistema di propulsione. Durante un incontro online con la stampa tenutosi il 18 giugno, Steve Stich, responsabile del Commercial Crew Program di Nasa, ha assicurato che il tasso di fuoriuscita è diminuito per tutte le 5 perdite di elio, in un caso del 50%.

«Sembra che sia legato all’attività dei propulsori – ha affermato Stich – Ciò potrebbe essere legato al calore dei propulsori o alle superfici di scorrimento che usurano le guarnizioni. Tre delle perdite più grandi hanno probabilmente cause simili, mentre due più piccole potrebbero invece essere simili alle perdite osservate nella missione Oft-2».

Gli ingegneri della Nasa e della Boeing hanno in programma di continuare ad analizzare Starliner fino al 22 giugno, per poi concentrarsi sui preparativi per lo sgancio e il ritorno a Terra.

Immagine in evidenza: La navicella CST-100 Starliner di Boeing agganciata alla Stazione Spaziale Internazionale durante la missione Crew Flight Test. Crediti: Nasa