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Un gigantesco vortice anticiclonico ovale di colore rosso e un’area biancastra esterna che lo circonda: la Grande Macchia Rossa (Gmr) è senz’altro il marchio di fabbrica di Giove. Con un diametro che è quello della Terra e venti che viaggiano a oltre 400 km/h, è il più longevo fenomeno atmosferico tra tutti quelli esistenti nei pianeti del Sistema Solare.

Sebbene gli astronomi osservino questa tempesta dal 1831 – quando i loro disegni la ritraevano con una forma ovale ben definita e circondata da un anello ellittico scuro – le speculazioni sulla sua origine risalgono al XVII secolo, quando l’astronomo Giovanni Domenico Cassini scoprì nel 1665 una struttura scura alla stessa latitudine della Gmr che osservò fino al 1713, battezzandola “Macchia Permanente”. Da quel momento, se n’è persa ogni traccia fino al 1831. I ricercatori ritengono che la mancanza di osservazioni durante quest’arco temporale lungo 118 anni ne indichi la scomparsa.

Ora, i risultati di uno studio pubblicato su Geophysical Research Letters e condotto dai ricercatori dell’Università dei Paesi Baschi, dell’Università Politecnica della Catalogna e del Supercomputing Center di Barcellona mostrano i meccanismi di formazione e la longevità di questo fenomeno meteorologico nell’atmosfera di Giove.

Combinando i dati ricavati dalle osservazioni storiche e le simulazioni numeriche effettuate con i supercomputer spagnoli, gli autori suggeriscono che è improbabile che la Macchia Permanente riportata da Cassini corrisponda all’attuale Grande Macchia Rossa, che esiste certamente da 193 anni. «La Mp è scomparsa probabilmente tra la metà del XVIII e il XIX secolo. Se così fosse, potremmo dire che la longevità della Gmr supera ora almeno i 190 anni», spiega Agustín Sánchez-Lavega, primo autore della ricerca.

Inoltre, la natura della Grande Macchia Rossa deriva verosimilmente da una perturbazione del flusso tra intense correnti di vento che soffiano a nord e a sud di essa. Sebbene infatti enormi tempeste – come quelle raramente osservate su Saturno – o la fusione di piccoli vortici generino un singolo anticiclone, quest’ultimo mostra differenze per forma e proprietà dinamiche da quelle del vortice attuale.

«La Gmr del gigante gassoso, che nel 1879 misurava 39.000 km si è ridotta a 14.000 km, diventando sempre più rotonda», ha aggiunto Sánchez-Lavega. Di recente, vari strumenti a bordo della missione Juno in orbita attorno a Giove hanno mostrato che la Gmr (studiata dagli anni ’70 da diverse missioni spaziali) è poco profonda e sottile rispetto alla sua dimensione orizzontale, mentre verticalmente misura circa 500 km».

In alto: I cambiamenti della dimensione della Grande Macchia Rossa di Giove nell’arco di 134 anni. A sinistra: fotografia ottenuta nel 1890 al Lick Observatory (Usa); a destra: immagine ottenuta dal telescopio spaziale Hubble nel 2024. Crediti: Bdip-Observatoire Paris, Hst/Nasa/Esa/Opal program.