Domani alle 14.53 (EDT), se le condizioni meteorologiche lo permetteranno, la CST-100 Starliner della Boeing partirà su un razzo Atlas V per il suo secondo Test in Orbita (OFT-2) dalla Space Force Station di Cape Canaveral in Florida. In realtà, le prospettive non sono ottimistiche, tra temporali e acquazzoni previsti, le possibilità di decollo sono ridotte al 40 per cento. «Rimaniamo comunque pronti per venerdì – ha dichiarato Gary Wentz, vicepresidente dei Programmi governativi e commerciali della United Launch Alliance – ma nel caso in cui non si possa procedere con l’operazione, il lancio verrà riprogrammato per il 3 o 4 agosto».

La navicella, che trasporta circa 180 chili di merce NASA e i rifornimenti per l’equipaggio, è diretta verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). L’arrivo è previsto dopo circa ventiquattro ore dal lancio, alle 15.06 di sabato 31 luglio, in caso di meteo favorevole. Lo scopo della missione è verificare l’adeguatezza di Starliner, dal lancio all’attracco, affinché la NASA possa certificare la Boeing per il trasporto degli astronauti.

Dopo il primo test (OFT-1), che risale a dicembre 2019 e che fallì l’immissione in orbita a causa di un automatismo nel software, sono state apportate modifiche soprattutto nel sistema di comunicazione. Nuovi strumenti, che rendono più efficiente l’apparato, sono stati disposti grazie all’ingaggio, a fine 2020, dell’ex dirigente della concorrente SpaceX, Jinnah Dylan Hosein. «Per questo lancio, abbiamo cercato di rendere lo Starliner il più vicino possibile a un veicolo con equipaggio – ha detto John Vollmer, vicepresidente e responsabile del Programma commerciale di Boeing – Con ogni probabilità, su questo volo avremmo già potuto far salire gli astronauti».

Questa missione mira alla verifica dei seguenti sistemi: propulsione, attracco, comunicazione e telemetria, controllo ambientale, pannelli solari, alimentazione elettrica e funzionamento in orbita dell’avionica. Saranno analizzati la navigazione e il controllo di navicella e razzo durante la salita, l’orbita e l’ingresso in Stazione, i livelli acustici e di vibrazione e i carichi all’esterno e all’interno della Starliner. Durante la fase di atterraggio saranno testate anche le capacità di comando da parte dell’equipaggio della Stazione; un sistema di ritirata automatizzato è previsto in caso di problemi sull’asse di attracco.

A simulare la presenza umana a bordo, sarà presente Rosie la Lanciarazzi, un dispositivo a misura d’uomo che, nel primo test ha permesso di calcolare gli effetti del lancio sull’essere umano attraverso il collegamento di 15 sensori, in questa missione raccoglierà invece i dati sulle poltrone dell’equipaggio. Se l’immissione in orbita andrà a buon fine, la navicella resterà sull’ISS dai cinque ai dieci giorni. Rientrerà con un carico di 250 chili, tra cui i serbatoi riutilizzabili del Sistema di Ricarica di Azoto e Ossigeno (NORS) che fornisce aria respirabile all’equipaggio del laboratorio orbitante.

Qualora la missione raggiungesse tutti gli obiettivi, la NASA prevede l’annuncio entro la fine dell’anno di un Test di Volo con Equipaggio (CFT). Barry “Butch” Wilmore, Nicole Mann e Mike Fincke sono gli astronauti prescelti per la prima missione di Starliner con esseri umani a bordo. Con lo sviluppo di questa ricerca, il Commercial Crew Program della NASA, in collaborazione con aziende private statunitensi, sta aprendo nuove opportunità alla scienza e al commercio per un trasporto di astronauti nello spazio, sicuro ed economico.

In alto, la navicella Starliner (Crediti: Boeing/John Grant).