Dopo il successo di SpaceX, che lo scorso 30 maggio ha fatto volare due astronauti a bordo della Crew Dragon portandoli sani e salvi sulla Iss, si fa sempre più serrata la competizione tra i nuovi attori privati dell’esplorazione e del turismo spaziale.
A fare un balzo in avanti è ora Virgin Galactic, che collaborerà con la Nasa a un nuovo programma di volo in orbita bassa, che prevede l’addestramento dei futuri astronauti privati diretti sulla Stazione spaziale internazionale. L’accordo risolleva l’azienda di Richard Branson da mesi difficili e il fallimento del primo volo dimostrativo del razzo LanucherOne di Virgin Orbit, impresa del gruppo Virgin che mira ad entrare mercato dei lanci dei mini-satelliti nell’orbita terrestre.
Per quanto riguarda il mercato del turismo spaziale, Virgin Galactic – che è stata anche la prima compagnia di turismo spaziale quotata in borsa – sembra posizionarsi molto bene nel panorama internazionale della nuova corsa allo spazio pubblico-privata. Le prenotazioni per il primo volo suborbitale sono state aperte a marzo, e prima di allora sono state circa 8.000 le adesioni online di aspiranti turisti spaziali provenienti da sessanta Paesi diversi, ansiosi di poter volare a bordo della SpaceShipTwo, che lo scorso 25 giugno ha completato con successo il secondo volo planato, decollando dallo spazio porto della compagnia nel deserto del New Mexico.
Ed è proprio grazie questo ultimo successo che la Virgin ha deciso di svelare in via esclusiva a sei aspiranti passeggeri il design della cabina del suo aereo spaziale.
Un’esperienza che l’azienda ha deciso di voler condividere con milioni di persone in tutto il mondo, e lo farà nel corso di una diretta sul suo canale YouTube il prossimo 28 luglio, offrendo agli utenti un tour virtuale della capsula.
Va in questa direzione anche un’altra compagnia, che come Virgin compete per entrare nel mercato dei voli suborbitali: Blue Origin, azienda del Ceo di Amazon Jeff Bezos. Con il suo lanciatore riutilizzabile New Shepard, che ad oggi ha compiuto oltre 12 missioni di test, di cui l’ultima a dicembre 2019, l’azienda punta a lanciare in orbita i primi turisti a bordo della Crew Capsule già a partire dalla fine dell’anno. La capsula sarà in grado di ospitare sei passeggeri che potranno godere dello spettacolo della Terra da circa 100 chilometri di altezza. La compagnia sta lavorando anche alla versione potenziata del New Shepard, il New Glenn, pensato per i voli orbitali con l’obiettivo di entrare nel mercato dei lanciatori in grado di inserire in orbita bassa terrestre tra le 20 e le 50 tonnellate di carico.
Così comincia a prendere forma il futuro dei tour privati nello spazio e non solo.
Un’altra compagnia privata, Axiom Space ha recentemente assegnato a Thales Alenia Space la realizzazione di due moduli di quella che sarà la prima stazione spaziale privata. I moduli, che saranno realizzati a Torino, saranno inizialmente agganciati alla Stazione spaziale internazionale grazie ad un accordo con la NASA, fino al momento del completamento della stazione Axiom che, sganciandosi diventerà completamente autonoma fornendo un hotel di lusso ma anche opportunità di ricerca. Non mancherà una finestra panoramica sulla Terra.
Ma c’è chi punta ancora più in alto. Se durante il soggiorno sulla stazione qualcuno fosse interessato a sperimentare una passeggiata fra le stelle, l’agenzia spaziale russa Roscosmos assieme l’americana Space Adventures, offrono oltre al trasporto sulla Iss – stavolta per mezzo della Soyuz – la possibilità di sperimentare di una vera e propria passeggiata spaziale in compagnia di un cosmonauta russo.
Il turismo spaziale, dunque, è destinato a cambiare radicalmente nei prossimi anni ma anche i programmi di esplorazione dello spazio, che vedono nuovamente aziende private competere a ritmo serrato.
Blue Origin, ad esempio, non ha puntato tutto sul turismo ma si è lanciato anche nel settore dell’esplorazione: attualmente è tra le tre compagnie selezionate dalla Nasa per la realizzazione del prossimo moon lander americano che porterà nuovamente l’uomo – e la prima donna – sulla Luna, dopo oltre mezzo secolo, nell’ambito della missione Artemis.
Blue Origin realizzerà una soluzione basata sul lander Blue Moon, che prevede di sviluppare insieme ad altri partner quali Lockheed Martin, Northtrop Grumman e Draper.
Si contenderà il podio con SpaceX, che punta tutto sulla navetta Starship, e con Dynatics che invece propone un modulo con un sistema di atterraggio di nuova concezione che sarà sviluppato da un consorzio internazionale. Tra i partner, l’italiana Thales Alenia Space, partecipata di Leonardo, che si occuperà di progettare la capsula pressurizzata che ospiterà l’equipaggio inclusa la struttura principale, i portelloni di ingresso ed uscita per attività extra veicolari, i finestrini e i sistemi di protezione termica e meteoritica.
Il potenziale economico delle attività spaziali ha rivoluzionato totalmente la nostra concezione di conquista dello spazio, affiancando agli attori principali di questa corsa al cosmo, le agenzie spaziali, le aziende private. Alle prime il compito di aprire la strada al futuro, alle seconde di rendere proficuo, non solo economicamente, il presente.