Il 2021 sarà l’anno di Marte. Ma non era il 2020 direte voi? Lo era, non lo è più. E’ vero che abbiamo appena trascorso il mese di luglio salutando ben tre sonde Hope, Tianwen-1 e Mars 2020 cariche del loro ottimismo dirette verso il pianeta rosso, ma sarà quando le vedremo giungere sull’obiettivo che potremmo dirci marziani. Marte ha affascinato sin dall’antichità generazioni di esploratori e a partire dagli anni sessanta è diventato un traguardo alla nostra portata. Quelli più a loro agio sul pianeta rosso sono gli americani che vantano una storia costellata di molti successi nell’esplorazione robotica: 7 rover atterrati dalla metà degli anni 70 ad oggi, di cui due ancora operativi. La perfetta sequenza di atterraggio americana ha fallito solo una volta con il Mars Polar Lander di cui si sono perse le tracce in fase di entrata nell’atmosfera nel 1999.
Mentre gli anni 80 e i primi novanta hanno visto solo poche missioni all’attivo è nel 2003 che l’esplorazione robotica marziana vede la sua rinascita. E’ l’anno dei rover gemelli Spirtit e Opportunity lanciati a un mese di distanza l’uno dall’altro. Opportunity è stato protagonista di una autentica maratona marziana percorrendo più di 45 chilometri in 12 anni di vita. Otto anni dopo sarà il turno dell’infaticabile Curiosity protagonista di un atterraggio da manuale ( gli indimenticabili sette minuti di terrore) non un semplice rover ma un vero e proprio laboratorio scientifico dal peso di quasi 900 chili che scatta foto e selfie e si avventura nei crateri marziani alla ricerca di forme di vita.
E’ proprio l’entusiasmo generato da Curiosity a dare una ulteriore spinta ai programmi dedicati a Marte. La Nasa – ma anche gli europei – si rendono conto che se il fine dell’esplorazione robotica è prepararsi all’invio di esseri umani sul pianeta oltre alla ricerca di forme di vita – allora i prossimi rover dovranno fare un salto evolutivo in più. L’Europa – che già dal 2006 con Mars Express aveva dato il via allo studio sull’abitabilità marziana – lancia nel 2016 Exomars il cui modulo principale ,Tgo, è in grado di studiare l’atmosfera di Marte con estrema precisione e Nonostante la perdita del lander Schiaparelli la missione sta fornendo nuovi e interessanti scenari di studio.
Insight giunto su Marte nel 2018, oggi Perseverance e nel 2022 Rosalink Franklin rappresentano il futuro dei rover quelli che daranno vita al progetto mars sample return, una serie di missioni robotiche targate Esa e Nasa che raccoglieranno e riporteranno sulla Terra nel 2031 campioni di suolo marziano. Ma gli americani e gli europei non sono gli unici a tentare l’impresa: anche la Cina ha inaugurato la propria era di esplorazione marziana con la missione Tianwen-1 prima parte di un programma più ampio che prevede anch’esso l’invio di una missione sample return negli anni 30. Insomma che sia la Nasa con il razzo Sls e la capsula Orion o SpaceX con Starship il sogno umano marziano potrebbe a breve divenire realtà. E se in passato letteratura e cinema ci hanno fatto temere un’invasione marziana, in futuro la situazione potrebbe ribaltarsi ed essere noi gli alieni su Marte.