Per la Nasa il ritorno sulla Luna non può aspettare. L’agenzia statunitense si prepara così a recuperare il tempo perduto durante il fermo delle principali attività per contenere l’emergenza Covid-19. Tra cui i test dello Space launch system (Sls), il sistema di lancio più potente mai realizzato, che servirà per la prima missione lunare Artemis I.
Gli ingegneri della Nasa sono ora pronti a riprendere il lavoro sulla messa alla prova del razzo, con una serie ben definita di test chiamati complessivamente green run. Lo scorso anno, quando si parlava di un primo lancio dello Sls entro la fine del 2020, l’agenzia aveva valutato l’opzione di rinunciare a parte di questi test. Un’ipotesi poi scartata: tutte le tappe del green run sono state decretate necessarie per la sicurezza dei futuri equipaggi. Per questo, e per altri ritardi accumulati nel corso dei mesi, l’inaugurazione del nuovo sistema di lancio dovrebbe slittare alla seconda metà del 2021. Fermo restando l’obiettivo Luna 2024, che prevede un ritorno sul nostro satellite in meno di cinque anni. Una richiesta arrivata direttamente dall’amministrazione Trump, che nell’ultimo anno ha spinto la Nasa a premere sull’acceleratore per realizzare le tappe necessarie all’allunaggio, prime tra tutte il collaudo della capsula Orion e appunto la finalizzazione dello Sls.
Mentre Orion ha già messo alla prova con successo i motori, i test del green run sono ciò che manca per rendere davvero operativo il razzo. Come si vede nell’infografica in basso, si tratta di una checklist di 8 passaggi ben definiti. L’unico ad avere la casella già spuntata è il primo: un test allo stadio centrale del razzo, cui sono state applicate forze dinamiche per verificarne la flessibilità. Il risultato di questa prova, condotta a gennaio, è stato fondamentale per la valutazione del corretto funzionamento dei sistemi di guida, navigazione e controllo del razzo.
I 7 test successivi, a cui la Nasa ha appena dato il via libera, metteranno progressivamente alla prova l’avionica del razzo, i sistemi di sicurezza, i meccanismi di propulsione, il sistema di controllo del vettore di spinta, le operazioni di countdown, la gestione del propellente e il funzionamento dei motori.
L’ultimo passaggio è considerato il più importante: durante il cosiddetto test hot fire, i 4 motori RS-25 dello stadio centrale verranno accesi per 8 minuti. L’operazione produrrà una spinta equivalente a quella che il razzo dovrà affrontare durante il liftoff – uno dei momenti più delicati per qualsiasi lancio.
Una volta completate tutte le tappe del green run, lo Space launch system sarà considerato pronto a volare. Sarà così proclamato semaforo verde per Artemis I – la prima di una serie di missioni sempre più complesse, che a partire dal ritorno sulla Luna dovrebbero portare al primo sbarco su Marte.