Tabella di marcia sempre più serrata per l’Agenzia spaziale Statunitense. Dopo la richiesta ufficiale dell’Amministrazione Trump ad anticipare il ritorno sulla Luna al 2024 e l’assegnazione del primo contratto per il Lunar Gateway, è ora la volta di premere sull’acceleratore dello Space Launch System.
Il primo lancio dello Sls, afferma la Nasa, avverrà entro il 2020, anche nel caso non fosse possibile testare come previsto lo stadio principale del razzo. A essere in dubbio è in particolare il cosiddetto green run, test in cui i 4 motori RS-25 dello stadio principale dovrebbero essere accesi per 8 minuti allo Stennis Space Center, in Mississippi.
Secondo quanto riferito da Bill Hill, amministratore associato per il programma di sviluppo dei sistemi di esplorazione della Nasa, l’agenzia starebbe ancora valutando se eseguire interamente questo test, o se svolgerne soltanto una versione ridotta.
Non mancano però le voci esterne all’agenzia che considerano la seconda ipotesi rischiosa. “Non esiste un altro tipo di test che permetta di raccogliere tutti i dati sul sistema di propulsione integrato dello Space Launch System, in modo da garantire la sicurezza delle operazioni – ha detto Patricia Saunders, presidente dell’Aerospace Safety Advisory Panel. “Consigliamo vivamente alla Nasa di eseguire questo test, e non potrei sottolinearlo con maggior forza.”
Una possibilità potrebbe essere quella di mantenere il green run, ma stringere i tempi sul suo completamento a un massimo di 6 mesi. La condizione è che Boeing, primo contractor dello stadio principale di Sls, sia in grado di terminare lo stadio e inviarlo a Stennis entro la fine del 2019.
“Questo scenario – conclude Hill – potrebbe ancora essere compatibile con un primo lancio alla fine del 2020.”
Restano dunque ancora alcuni punti cruciali da chiarire prima di poter dare per certa questa tappa intermedia, a sua volta fondamentale per rispettare l’obiettivo Luna entro il 2024.