Torneremo sulla Luna entro i prossimi cinque anni, e questa volta per restare. Lo ha dichiarato ieri l’amministratore della Nasa Jim Bridenstine in risposta alla richiesta ufficiale del vice Presidente Mike Pence durante il quinto incontro del National Space Council in Alabama: riconquistare il suolo lunare nel 2024, ben quattro anni prima rispetto alla tabella di marcia dell’agenzia spaziale statunitense.
Una richiesta, quella che giunge dall’amministrazione Trump, che non solo preme sull’acceleratore per quanto riguarda la messa a punto delle tappe necessarie alla missione lunare con equipaggio, prime tra tutte la finalizzazione del sistema di lancio Sls e il collaudo della capsula Orion. Ricordando la missione Apollo 11 di 50 anni fa, il vice Presidente ha anche sottolineato l’importanza della supremazia statunitense in questa corsa allo spazio 2.0, esigenza che per altro appare come il principale motore dell’invito alla Nasa ad accelerare i tempi.
“50 anni fa – ha detto Pence – un piccolo passo per l’uomo è diventato un gigante balzo per l’umanità. Ma ora è arrivato il momento di fare il prossimo gigante balzo, e far tornare astronauti americani sulla Luna stabilendo una posizione permanente. E sviluppare la tecnologia per portare astronauti americani su Marte e oltre”
Bridenstine si è subito dichiarato pronto ad accogliere la sfida di un ritorno sulla Luna entro il 2024. Ma per rispettare i nuovi tempi richiesti dall’amministrazione Trump sarà necessario istituire un nuovo consiglio direttivo dedicato alla missione lunare, che aggiusti la tabella di marcia garantendo al tempo stesso la sicurezza degli astronauti.