👉 Seguici anche sul nostro canale WhatsApp! 🚀

Puntando verso il resto di supernova Cassiopea A, il James Webb ha osservato un raro fenomeno chiamato eco di luce, ossia il bagliore infrarosso generato da gas e polveri interstellari riscaldati dall’esplosione di una supernova di vecchia data.

Un’eco di luce si crea quando una stella esplode o erutta, diffondendo la luce negli ammassi di polvere circostanti e facendoli brillare in uno schema in continua espansione.

Il telescopio di Nasa, Esa e Csa ha ora osservato questo brillamento nella luce infrarossa in prossimità del resto della supernova Cassiopea A, studiando una delle decine di echi luminosi già individuati in questa regione. Il team di ricerca ha preso di mira un’eco luminosa che era stata precedentemente osservata dal telescopio spaziale Spitzer della Nasa, ormai in pensione.

Attraverso lo strumento NirCam (Near-Infrared Camera) il telescopio Webb ha effettuato una indagine equiparabile a quella di una Tac medica, riuscendo cioè a rilevare i differenti e intricati strati del fenomeno. Allo sguardo del Webb sono, infatti, emersi filamenti strettamente impacchettati che mostrano strutture su scale notevolmente piccole, di circa 400 unità astronomichedettagli sottili che ricordano i nodi e le venature del legno.

«Non sapevamo che il mezzo interstellare avesse strutture su scala così piccola, e tanto meno che fosse simile a un foglio – afferma Josh Peek dello Space Telescope Science Institute di Baltimora, membro del team scientifico che ha seguito l’indagine – Queste strutture simili a fogli possono essere influenzate dai campi magnetici interstellari».

Le nuove osservazioni del Webb permettono agli astronomi di mappare per la prima volta la vera struttura tridimensionale della polvere e del gas nel mezzo interstellare.
Secondo i ricercatori le regioni dense e strettamente avvolte osservate nel dettaglio nel mezzo interstellare, che assomigliano ai nodi delle venature del legno, potrebbero rappresentare delle ‘isole’ magnetiche inserite all’interno dei campi magnetici più fluidi che pervadono il mezzo interstellare.

Il team prevede di studiare in futuro la stessa eco di luce ora indagata tramite osservazioni spettroscopiche con lo strumento Miri (Mid-Infrared Instrument) di Webb: puntando verso la stessa regione a distanza di settimane o mesi, si cercherà di capire come queste strutture si evolvono al passaggio di nuovi brillamenti come quello appena osservato.

I risultati dell’indagine sono stati presentati in una conferenza stampa in occasione del 245° meeting dell’American Astronomical Society a Washington, evento in programma dal 12 al 16 gennaio.

 

Immagine in evidenza: l’eco di luce, ossia il bagliore infrarosso generato da gas e polveri interstellari riscaldati dall’esplosione di una supernova di vecchia data. Il Webb ha osservato questo fenomeno in prossimità del resto della supernova Cassiopea A.
Crediti: Nasa, Esa, Csa, StScI, J. Jencson (Caltech/Ipac)