La Terra potrebbe avere più cose in comune con la sua stella di quanto pensassimo. È l’ipotesi di una nuova ricerca coordinata dall’Australian National University, secondo cui il nostro pianeta è formato dagli stessi elementi del Sole, ma in versione “meno volatile”: idrogeno, elio, ossigeno e azoto si trovano in quantità minore, mentre gli elementi più pesanti sono più abbondanti.
Gli scienziati hanno costruito nuovi modelli informatici per stimare la composizione di Terra e Sole, con l’obiettivo di costruire uno strumento affidabile che permetta più in generale di analizzare le stelle e i mondi rocciosi che orbitano loro intorno. “La composizione dei pianeti rocciosi – commenta Haiyang Wang, leader dello studio – è uno dei più importanti tasselli mancanti per valutare l’abitabilità di un pianeta.”
Lo studio, accettato per la pubblicazione su Icarus e disponibile sul portale ArXiv, afferma che altri mondi rocciosi nell’universo potrebbero essere versioni “devolatilizzate” della loro stella madre, proprio come la Terra. E dal momento che praticamente tutte le stelle del cosmo hanno un sistema planetario che orbita loro intorno, mettere in relazione la composizione stellare con quella planetaria può essere molto importante per comprendere meglio l’evoluzione dei mondi vicini e lontani.
“Abbiamo ottenuto questi risultati – spiega Trevor Ireland, co-autore dello studio – a partire da un confronto tra la composizione delle rocce terrestri, dei meteoriti e dello strato più esterno del Sole. Quest’analisi ci ha fornito molti dati sui processi di formazione del nostro pianeta. Esiste in particolare una progressiva tendenza alla volatilità che può essere utilizzate per comprendere i legami tra i meteoriti, i pianeti e le loro stelle madri.”