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Uno studio pubblicato da un gruppo di ricercatori sulla rivista Science Advances mostra l’esistenza di una serie di increspature sulla superficie di Marte, segno della presenza di acqua non ghiacciata.

Si tratta di piccole ondulazioni sulle rive sabbiose dei fondali lacustri, create dal movimento dell’acqua, che rappresentano uno degli indicatori più chiari di un antico corpo idrico stagnante. Il team scientifico stima che questi ripiegamenti si siano formati circa 3,7 miliardi di anni fa, indicando che l’atmosfera e il clima marziani in quel periodo dovevano essere sufficientemente caldi e densi da consentire all’acqua di mantenere la forma liquida.

«Quella specifica forma delle increspature si sarebbe potuta formare solo in acque presenti all’aria aperta e spinte dalla forza del vento» spiega Claire Mondro, prima autrice dello studio e ricercatrice post-dottorato al Caltech, California Institute of Technology.

Michael Lamb, professore di geologia, tra i principali autori della ricerca ed esperto delle interazioni tra sedimenti, acqua e atmosfera sulla Terra, ha creato modelli al computer che riproducono le pieghe sabbiose riscontrate sul Pianeta Rosso, per determinare le dimensioni del lago che le ha create. Le ondulazioni sono piccole, alte circa 6 millimetri e distanziate di 4-5 centimetri. Questi corrugamenti nella sabbia fine si formano per l’azione di brevi onde e questo fa pensare a un lago poco profondo, inferiore a 2 metri.

Il periodo di formazione delle increspature, stimata a circa 3,7 miliardi di anni fa, corrisponde a un momento della storia di Marte in cui si pensava che il clima del pianeta stesse diventando più secco.

«Se il periodo di tempo in cui su Marte era presente acqua allo stato liquido è più lungo di quanto fosse stato stimato in passato, allora aumentano le possibilità della presenza di proliferazione microbica sulla superficie del pianeta» afferma Mondro.

Le due increspature sono state scoperte nel 2022 dal rover Curiosity della Nasa mentre attraversava la regione del cratere Gale di Marte. La prima serie, che corrisponde all’affioramento roccioso di Prow, è stata scoperta in una regione che un tempo conteneva dune spazzate dal vento. La seconda serie, trovata nelle vicinanze della catena rocciosa Amapari Marker, suggerisce la presenza di un lago profondo almeno 2 metri e formatosi leggermente più tardi della prima serie di ondulazioni.

John Grotzinger, professore di geologia del Caltech e scienziato di progetto della missione Curiosity, il Mars Science Laboratory (Msl) ha affermato: «Abbiamo cercato queste caratteristiche da quando i lander Opportunity e Spirit hanno iniziato la loro attività nel 2004. Le due missioni hanno scoperto increspature formate dall’acqua che scorreva sulla superficie dell’antico Marte, ma non si sapeva se quell’acqua si fosse mai accumulata per formare laghi o mari poco profondi. Curiosity ha scoperto prove della presenza di antiche e longeve conche d’acqua ghiacciate nel 2014 e ora, 10 anni dopo, ha scoperto antichi laghi contenenti acqua liquida, offrendo un’importante visione del clima primordiale del Pianeta Rosso».

Nell’immagine in alto segni delle increspature nella catena rocciosa Ampari Marker. (Crediti: Science Advances)