FORMAZIONE STELLARE/Ruolo chiave del telescopio Nasa-Esa nella mappatura Legus, centrata sull’osservazione nell’ultravioletto di galassie vicine con processi di formazione stellare. Importante presenza italiana nel progetto

Valeria Guarnieri18 maggio 2018

Sono cinquanta e hanno posato per Hubble sotto una nuova luce, che consentirà agli studiosi di approfondire ulteriormente i fenomeni che portano alla nascita di nuove stelle. Si tratta del gruppo di galassie a spirale e nane preso in considerazione per Legus (Legacy ExtraGalactic USurvey), un progetto condotto da un team internazionale di ricercatori e ideato per creare una mappatura nell’ultraviolettoche costituisce al momento la risorsa più precisa e completa in questo ambito. Il gruppo di lavoro e il senior advisory committee di Legus sono caratterizzati da una forte presenza italiana e annoverano sia ricercatori che operano in università e istituzioni estere, sia esperti dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

Le cinquanta galassie, osservate dal telescopio in varie bande di radiazione con gli strumenti Acs (Advanced Camera for Surveys) e Wfc 3 (Wide Field Camera 3) nel corso di oltre un anno, sono state selezionate da un vasto gruppo di cinquecento, già monitorate in precedenza dalla Terra e dallo spazio e situate nel ‘vicinato’ della Via Lattea, a distanze comprese tra 11 e 58 milioni di anni luce; nell’effettuare la scelta, gli astronomi hanno tenuto conto anche di parametri quali la massa, il tasso di formazione stellare e la quantità di elementi più pesanti rispetto all’elio e all’idrogeno. La mappatura è stata integrata da un catalogo degli astri e dei cluster stellari presenti nelle galassie in questione.

Legus fornisce informazioni dettagliate su stelle giovani e massicce, sui cluster stellari e sui fattori che influenzano la loro evoluzione. Secondo il gruppo di lavoro, il ruolo della luce ultravioletta è fondamentale perché consente di tracciare le ‘famiglie’ di stelle più giovani e calde, realtà che permettono di calcolare l’età degli astri e di ricostruire le fasi del loro percorso. La sinergia tra la mappatura e il catalogo ad essa integrato rappresenta, quindi, uno strumento di grande potenziale per chiarire i processi di formazione stellare e le loro connessioni con le strutture delle galassie, nonché l’evoluzione degli astri massicci e le galassie primordiali.