Il ricercatore Kirby Runyon, è l’autore principale di un articolo pubblicato su The Planetary Science Journal e contenente una nuova mappa geologica della Luna, che rappresenta un’importante risorsa per le prossime missioni lunari.
In particolare la mappa mostra l’enorme bacino, creato dall’impatto con un grande asteroide che diede luogo a un cratere con tanti anelli intorno, chiamato bacino Orientale, situato tra il lato visibile e il lato nascosto della Luna. Il materiale interno all’area non è stato campionato nelle missioni Apollo, perciò la sua età precisa non è conosciuta.
Ottenere dalle prossime missioni sulla Luna eventuali campioni della roccia fusa dall’impatto con l’asteroide sarebbe determinante, perché gli scienziati potrebbero utilizzare tecniche di laboratorio per stabilire il momento esatto della solidificazione della fusione e quindi l’età dell’impatto. Tuttavia i processi geologici successivi all’impatto, come colate di lava e impatti minori, hanno seppellito e mescolato gran parte della fusione originaria.
«Abbiamo scelto di mappare il bacino Orientale perché è allo stesso tempo recente e remoto – ha dichiarato Runyon – Pensiamo che abbia circa 3,8 miliardi di anni, il che vuol dire che è abbastanza recente da avere ancora in superficie il risultato della fusione avvenuta con l’impatto, ma abbastanza remoto da aver accumulato su di esso anche altri grandi crateri da impatto, rendendo tutto più complesso. Abbiamo scelto di mappare quest’area per testare le modalità di formazione dei bacini più vecchi e degradati di cui vorremmo conoscere l’età precisa».
Inoltre, datare la formazione di crateri meteoritici sulla Luna offrirebbe strumenti utili per misurare come il tasso di impatto sia cambiato nel corso della storia del Sistema Solare e comprendere così anche gli impatti avvenuti sulla Terra, vista la vicinanza con il suo satellite.
Runyon e i suoi colleghi di ricerca sperano che il loro metodo di mappatura possa essere utilizzato per altri crateri da impatto sulla Luna, in modo che le future missioni sample return possano campionare rocce da aree simili a quelle evidenziate sulla loro mappa e offrire quindi maggiori informazioni per classificare e datare la formazione dei bacini da impatto.
Nell’immagine in alto una porzione della mappa del bacino Orientale elaborata da Runyon.
Crediti: The Planetary Science Journal (2024)