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Anche la Via Lattea ha una periferia e questa zona, che si trova a oltre 58mila anni luce di distanza dalla parte centrale della galassia, è protagonista di un recente studio di The Astronomical Journal dedicato alla formazione di nuovi astri. Lo studio, condotto da un team internazionale e coordinato dall’Istituto di Astronomia dell’Academia Sinica di Taiwan, ha utilizzato lo ‘sguardo’ acuto del telescopio spaziale Webb per andare a scrutare questa regione remota.

L’area, definita Extreme Outer Galaxy, è stata osservata con due strumenti del Webb: NirCam (Near-InfraRed Camera) e Miri (Mid-InfraRed Instrument), che, nello specifico, sono stati puntati su 4 aree all’interno di due nubi molecolari, definite Digel Clouds 1 e 2. Le 4 aree, indicate con le sigle 1A, 1B, 2N e 2S, presentano processi di formazione stellare che sono stati studiati dal team con un elevato livello di dettaglio, come se si trovassero nel vicinato solare. Tra i particolari colti da Webb figurano giovani protostelle, strutture nebulari, getti e deflussi di materiale.

L’immagine realizzata con i dati di Webb inquadra l’area 2S ed evidenzia uno scintillante cluster che contiene astri di recente formazione; quest’area densa è piuttosto vivace e si notano alcune stelle intente a emettere ampi getti di materiale in varie direzioni. Nella zona è inoltre presente un cluster più piccolo la cui esistenza era stata sinora solo ipotizzata, ma è stata conferma grazie alla sensibilità degli strumenti del telescopio. Nella foto, sullo sfondo, sono presenti anche delle galassie che appaiono come sottili dischi di colore blu e arancione.

Dopo questo primo ‘assaggio’, Il gruppo di lavoro, che ha realizzato le osservazioni nell’ambito del programma Guaranteed Time Observation, intende proseguire l’esplorazione della periferia della Via Lattea per approfondire soprattutto le masse delle stelle di questa zona. Gli studiosi vogliono, infatti, capire se questo particolare ambiente può influenzare i processi di formazione stellare.

 

In alto: l’area 2S della Via Lattea vista dal telescopio Webb [Crediti: Nasa, Esa, Csa, StScI, M. Ressler (Nasa-Jpl)]