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Sarà la protagonista di un’importante fase del programma di esplorazione lunare Artemis, in cui svolgerà anche il suo primo volo con equipaggio. Stiamo parlando della capsula Orion della Nasa, che al momento è al centro di un intenso programma di test. Nell’ambito della missione Artemis 2, Orion, il cui lancio è previsto a settembre 2025, eseguirà un sorvolo lunare e poi tornerà sulla Terra. A bordo porterà gli astronauti Reid Wiseman, Victor Glover, Christina Koch (tutti e tre Nasa) e Jeremy Hansen (Canadian Space Agency). Il veicolo, inoltre, sarà il primo a viaggiare con un equipaggio verso la Luna dal 1972, anno in cui si svolse Apollo 17, l’ultima missione del programma Apollo.

Data l’importanza, anche simbolica, del suo volo, i tecnici della Nasa stanno sottoponendo Orion a una serie di test molto rigorosi che al momento sono in corso presso il Neil Armstrong Operations & Checkout Building al Kennedy Space Center. Si tratta di una struttura storica, costruita nel 1964 e utilizzata durante il programma Apollo per testare i moduli di servizio e quelli lunari. Nello specifico, le prove sono in corso in una delle due ‘camere di altitudine’ della struttura, in cui è stato ricreato un ambiente vuoto che simula le condizioni in cui la navicella si può trovare fino a un’altitudine di oltre 70 chilometri.

L’arrivo di Orion in questa facility, lo scorso 4 aprile, è stato un evento degno di nota: si tratta della prima volta – dai tempi del programma Apollo – in cui la camera viene di nuovo utilizzata per testare un veicolo destinato al volo umano. Infatti, dopo la conclusione dello storico programma di esplorazione lunare, questa struttura era stata impiegata soltanto per le verifiche dei moduli pressurizzati per la Stazione Spaziale Internazionale. Di conseguenza, per i test su Orion, si è reso necessario un adeguamento.

Le prove cui la navetta è sottoposta comprendono anche quelle relative al controllo dell’interferenza e della compatibilità elettromagnetica che testano il suo comportamento quando viene sottoposta all’azione dell’energia elettromagnetica generata sia internamente, che esternamente. Tali prove sono mirate a verificare che tutti i sistemi funzionino a dovere, esattamente come farebbero durante la missione. Dopo aver passato l’esame, Orion tornerà nella sua struttura di assemblaggio e, alla fine della prossima estate, sarà sottoposta a nuovi test che simuleranno le condizioni di vuoto dello spazio profondo.

In alto: la capsula Orion durante i test al Kennedy Space Center (Crediti: Nasa – Amanda Stevenson)