Nei prossimi anni assisteremo a una concreta intensificazione delle missioni lunari, compreso il ritorno di un equipaggio sulla Luna dopo oltre 50 anni grazie al programma Artemis.
L’obiettivo a lungo termine è quello di stabilire una presenza umana permanente sul nostro satellite, una frontiera tuttavia irraggiungibile senza prima aver fissato un orario di riferimento comune anche sulla Luna.
Da questo dipende, infatti, la sincronizzazione delle tecnologie e dei servizi a supporto dei futuri esploratori lunari e la capacità di comunicazione dei sistemi robotizzati o satellitari sia tra di loro sia con la base Terra.
In questo scenario, la Casa Bianca ha ora incaricato Nasa di sviluppare una strategia per creare il Tempo Lunare Coordinato (LTC) entro la fine del 2026. Non si tratta di un fuso orario come quello terrestre, ma di un intero quadro di riferimento temporale per la Luna.
Il memorandum, pubblicato il 2 aprile, spinge le agenzie federali statunitensi a collaborare a livello internazionale per mirare a una standardizzazione del tempo celeste, con l’obiettivo di «fornire alle future missioni cislunari una migliore navigazione e i servizi correlati necessari sulla Luna e dintorni».
L’approccio proposto è quello di stabilire un tempo di riferimento distinto per ogni corpo celeste, con una prima attenzione alla superficie lunare e alle missioni che operano nello spazio cislunare. Con tale strategia si mira a superare il problema degli effetti relativistici nell’utilizzo di un tempo terrestre per l’esplorazione spaziale.
A un osservatore sulla Luna sembra, infatti, che un orologio sulla Terra perda in media 58,7 microsecondi per ogni giorno terrestre. Questo perché sulla Luna c’è meno gravità, quindi il tempo si sposta un po’ più velocemente rispetto alla Terra. Questo piccolo gap potrebbe rivelarsi tuttavia fondamentale nel caso di navigazioni che necessitano una massima precisione.
Il nuovo tempo di riferimento dovrà soddisfare alcune specifiche caratteristiche: la tracciabilità rispetto al Tempo Universale Coordinato (UTC) utilizzato sulla Terra; l’accuratezza per un supporto di precisione alle navigazioni e alle attività scientifiche; la resilienza, ovvero essere indipendenti da eventuali perdite di contatto con la Terra; infine, la scalabilità, essere dunque utilizzabile anche in ambienti spaziali oltre il sistema Terra-Luna.
Il documento, infine, propone che il nuovo tempo lunare possa essere regolato da una rete di orologi atomici sulla Luna, esattamente come succede sulla Terra per il tempo terrestre.
Immagine in evidenza: Nasa sta studiando un’architettura chiamata LunaNet per le comunicazioni e la navigazione lunare che potrebbe richiedere un nuovo standard orario. Crediti: Nasa