Marte continua a essere al centro dell’attenzione. Questa volta però non si è guadagnato gli onori della cronaca per una scoperta scientifica o per l’attività dei rover che ne percorrono la superficie, ma per una nuova modalità che la Nasa intende adottare per lo sviluppo di future missioni.

Infatti, l’agenzia spaziale americana – per la prima volta – ha invitato il settore privato a presentare proposte per missioni commerciali su Marte. Proprio in questi giorni il Jet Propulsion Laboratory (uno dei centri di ricerca della Nasa) ha lanciato una richiesta d’offerta per le industrie dal titolo “Exploring Mars Together: Commercial Services Studies”; il bando rientra nell’ambito di una pianificazione ventennale nelle attività di esplorazione del pianeta. La Nasa intende ricorrere maggiormente a missioni a costi contenuti per raggiungere nuovi traguardi scientifici e coinvolgere una comunità più ampia.

Il bando in questione prevede quattro linee di attività – negli ambiti payload e servizi – con cui le industrie statunitensi potranno cimentarsi. Nello specifico si tratta di fornitura e hosting di carichi utili sia piccoli (massa fino a 20 chilogrammi) che grandi (massa fino a 1250 chilogrammi) e di fornitura di servizi di imaging elettro-ottici e di comunicazione. I payload dovranno essere collocati in orbita intorno a Marte; quelli piccoli includono anche i cubesat, mentre i più grandi saranno a bordo di sonde. Per questo secondo filone di attività, le aziende potranno anche fornire servizi per payload ‘ospiti’. Per quanto riguarda i servizi di imaging, della durata di 2 anni, si tratta della fornitura di sensori e di una piattaforma orbitante che dovranno supportare varie attività, tra cui la selezione di siti adatti per il landing, il monitoraggio e la pianificazione di asset di superficie e le attività scientifiche. Infine, la fornitura di servizi innovativi di comunicazione, la cui durata prevista è 4 anni, sarà destinata a garantire i contatti tra la Terra e Marte per le missioni orbitali e per quelle che si svolgono sulla superficie del pianeta.

La Nasa sta già sperimentando questo approccio con il piano Clps (Commercial Lunar Payload Services), attivato nell’ambito del programma di esplorazione lunare Artemis per il trasporto di carichi scientifici sul nostro satellite e, in futuro, di rifornimenti per le missioni umane. In una prospettiva del genere non mancano i rischi (si pensi, ad esempio, all’esito della missione Peregrine di Astrobotic), ma per la Nasa ci sono anche grandi vantaggi come il contenimento dei costi, che le può consentire di fare più scienza ed esplorazione.

In alto: Marte visto dalla sonda Mars Global Surveyor della Nasa (Crediti: Nasa/Jpl).