In queste ore, la sonda  Chandrayaan-3, lanciata a bordo di un razzo Launch Vehicle Mark-3 (Lvm3) decollato il 14 luglio scorso dal Satish Dhawan Space Centre sull’isola costiera di Sriharikota, ha effettuato la penultima manovra di innalzamento dell’orbita intorno alla Terra. In questa nuova orbita, la sonda ha raggiunto una distanza di 233 chilometri dalla Terra nel punto più vicino e 71.351 chilometri in quello più lontano.

Le manovre rientrano in un piano a bassa energia di Chandrayaan-3 di avvicinamento alla Luna, per un tentativo di allunaggio previsto per il prossimo 23 o 24 agosto.

Così, a pochi giorni dall’apertura della quarta edizione del G20 Space Economy Leaders Meeting delle principali potenze spaziali,  l’Agenzia spaziale indiana, a cui era affidata la presidenza di questo importante incontro di capi delegazione, si prepara a ‘lanciare il guanto’ per un nuovo tentativo di allunaggio, dopo il primo andato fallito nel 2019.

Gli errori del tentativo di allunaggio del lander Chandrayaan-2 sono stati corretti in questa nuova missione. Se l’atterraggio avrà successo, il lander e il rover della missione raccoglieranno dati scientifici sulla superficie lunare.

Tra le maggiori potenze spaziali dell’Asia, l’India a fine aprile si è dotata di una nuova politica per lo spazio. L’India Space Policy 2023, documento di undici pagine, l’conferma la volontà di un nuovo approccio del gigante dell’Asia meridionale rispetto al 2022, inaugurando una riforma storica.

Secondo quanto riportato da Ispi,  il documento regola l’apertura dello spazio ai privati per l’uso commerciale dell’extra-atmosfera grazie al quale New Delhi intende perseguire lo sviluppo socio-economico e la sicurezza della nazione, la protezione dell’ambiente e della vita e perseguire l’esplorazione pacifica dello spazio esterno, stimolando la consapevolezza pubblica e la ricerca scientifica.

In apertura: Crediti immagine Isro.