Si trova in un periodo di particolare effervescenza e sta suscitando non poche preoccupazioni nella comunità scientifica: è il Sole che, nell’ultimo mese, si è distinto per una produzione di macchie solari molto intensa.
Le sunspot apparse sulla stella-madre del nostro sistema planetario, infatti, sono ben 163: una cifra da primato in un singolo mese che, in precedenza, era stata raggiunta oltre 20 anni fa, a settembre 2002. Attualmente, il Sole si trova nel suo 25° ciclo e la sua attività sta raggiungendo il picco a un ritmo molto più veloce rispetto a quanto la Nasa e la Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration, agenzia scientifica Usa che si occupa anche di monitoraggio atmosferico) avessero ipotizzato; le previsioni, infatti, contemplavano il raggiungimento di un picco di 125 macchie al massimo.
Le macchie solari sono regioni più fredde che appaiono sulla superficie della nostra stella, sono dovute alla concentrazione di linee del campo magnetico che emergono per galleggiamento dagli strati più interni della stella e rappresentano l’effetto più visibile del magnetismo su grande scala del Sole, alimentato da una gigantesca dinamo al suo interno.
Questo comportamento così ‘scoppiettante’ potrebbe far scatenare nei prossimi mesi dei fenomeni di space weather che potrebbero creare problemi alle prestazioni e all’affidabilità dei sistemi tecnologici nello spazio e a Terra. Secondo gli scienziati, qualche effetto di questi fermenti già si è fatto sentire: lo scorso 2 luglio, una delle macchie ha prodotto un potente brillamento solare che ha causato un blackout radio temporaneo sulla costa occidentale degli Stati Uniti e sulla superficie dell’Oceano Pacifico. Eventi di questo genere possono diventare più frequenti nei prossimi mesi, man mano che il ciclo solare si avvicina a raggiungere il suo picco.
Gli esperti sono preoccupati anche per il fatto che, di anno in anno, il numero dei satelliti in orbita intorno alla Terra è in costante incremento, così come sta crescendo anche l’ammontare dei detriti in circolazione nello spazio: una tempesta solare potrebbe creare problemi alle traiettorie dei satelliti con il rischio di collisioni con lo space debris. Le preoccupazioni dei tecnici sono concrete: ad esempio, nel febbraio 2022 SpaceX ha sperimentato gli effetti negativi dello space weather, arrivando a perdere un gruppo di satelliti Starlink appena lanciati.
Secondo Robert Leamon, fisico solare della Nasa, le peggiori tempeste solari si verificano durante la fase discendente dei cicli solari dispari. «Dato che il 25° ciclo è dispari, potremmo aspettarci che gli eventi più intensi possano avvenire dopo il picco, nel 2025-26 – ha dichiarato Leamon – Questo perché i poli del Sole si invertono ogni 11 anni».
Nel frattempo, gli esperi di space weather continuano a monitorare la macchia che ha scatenato il brillamento solare e altre che risultano in formazione e che potrebbero dar luogo a fenomeni estremi già nella prossima settimana.
In alto: il Sole in un’immagine scattata dal telescopio Sdo-Solar Dynamics Observatory della Nasa (Crediti: Nasa/Sdo/Met Office)