Nel 2017, un team di astronomi dello Space Telescope Science Institute di Baltimora ha individuato un’ombra che attraversava Tw Hydrae, una giovane stella con un’età stimata inferiore ai 10 milioni di anni. 

Qualche anno più tardi, precisamente nel giugno 2021, è stata intercettata una seconda ombra, che potrebbe provenire da un altro disco, celato all’interno del sistema. Secondo gli astronomi, la coppia di dischi è la prova della presenza di due pianeti in formazione attorno a Tw Hydrae.

I due dischi sono disallineati rispetto alla posizione della Terra e possono fornire alcuni indizi sui processi che stanno verificando all’interno del sistema stellare. I dischi inoltre sono così vicini l’uno all’altro da non poter essere facilmente osservabili. 

Gli scienziati ritengono che la loro singolare posizione possa essere causata dall’attrazione gravitazionale dei due pianeti, posti su piani orbitali leggermente diversi. Nel corso del tempo i dischi si sono separati fino a formare due ombre distinte. Ora, grazie all’archivio di dati di Hubble i ricercatori stanno ricostruendo le varie fasi evolutive del fenomeno. 

Le ombre completano una rotazione attorno alla stella ogni 15 anni e i dischi sono inclinati di 5-7 gradi rispetto al piano del disco esterno, come avviene di solito all’interno del Sistema Solare. 

Il disco esterno può estendersi fino a parecchie volte il raggio della fascia di Kuiper del nostro Sistema Solare. Questo disco presenta un’area vuota, che potrebbe essere la prova della presenza di un terzo pianeta.

Secondo gli astronomi, individuare i pianeti interni al sistema potrebbe essere particolarmente complesso, dato che la loro luce verrebbe inghiottita dal bagliore generato dalla stella. La sonda sonda Gaia dell’Esa potrebbe essere utilizzata per completare ulteriori ricerche, anche se dovremmo attendere diversi anni per ottenere i set di dati orbitali necessari.

Immagine in apertura: rappresentazione artistica del disco protoplanetario situato attorno a Tw Hydrae. Crediti: Nasa Aura/STScI for Esa, Leah Hustak (STScI)