Si trova nella costellazione del Cigno, a circa 670 anni luce dalla Terra e, tra i mondi extrasolari, detiene il primato per le temperature roventi: stiamo parlando di Kelt-9 b, un esopianeta individuato nel 2016, che torna in scena per una scoperta riguardante la sua atmosfera.

In essa – primo caso per un pianeta extrasolare – è stato identificato il terbio, un raro elemento chimico appartenente al gruppo dei lantanidi. La scoperta è stata illustrata nell’articolo “The Mantis Network III: Expanding the limits of chemical searches within ultra hot-Jupiters. New detections of Ca I, V I, Ti I, Cr I, Ni I, Sr II, Ba II, and Tb II in Kelt-9 b”, accettato per la pubblicazione su Astronomy & Astrophysics; lo studio, svolto da un team internazionale, è stato coordinato dal Dipartimento di Astronomia e Fisica Teoretica dell’Università di Lund (Svezia).

Questo mondo esotico orbita in un giorno e mezzo intorno a Kelt-9, una stella più grande e massiccia del Sole, ed è stato classificato come Gioviano ultra-caldo (UhJ – Ultra-hot Jupiter): la sua temperatura media, infatti, raggiunge i 4000 °C che lo rendono l’esopianeta più bollente sinora conosciuto. Kelt-9 b, la cui massa è pari a 2,8 volte quella di Giove, è stato osservato con numerosi strumenti; il gruppo di lavoro, in particolare, ha utilizzato i dati degli spettrografi Harps-N (installato sul Telescopio Nazionale Galileo alle Canarie) e Carmenes (situato presso l’Osservatorio di Calar Alto in Spagna).

In tutto sono stati impiegati quattro dataset (due per strumento) per caratterizzare l’atmosfera di Kelt-9 b; gli studiosi hanno utilizzato una metodologia chiamata spettroscopia di correlazione incrociata, applicandola però con un nuovo approccio per rimuovere fattori di disturbo nei segnali. In questo modo, hanno scoperto la presenza di sette elementi chimici, tra cui appunto il terbio, che arricchiscono la lista di quelli già individuati con una precedente ricerca.

Gli studiosi sono rimasti molto colpiti dal risultato, dato che la presenza del terbio – già molto raro in natura sulla Terra – non era stata mai riscontrata in un’atmosfera esoplanetaria. Secondo gli autori del saggio, la scoperta di elementi pesanti nell’atmosfera di un Gioviano ultra-caldo riveste particolare importanza sia per comprendere i processi chimici e fisici che si svolgono su tali pianeti, sia per definire con più precisione il loro identikit; per esempio, dall’analisi dell’atmosfera si possono dedurre dati importanti sull’età di un esopianeta e quindi sul suo processo di formazione. I ricercatori sono convinti che una migliore conoscenza di questi mondi, caratterizzati da una grande varietà, possa essere utile per poter trovare in futuro una ‘Terra 2.0’.

In alto: elaborazione artistica del sistema di Kelt-9 (Crediti: B. Prinoth)