Due stelle massicce nella Piccola Nube di Magellano si avvicinano quasi a toccarsi. La coppia fa parte di un sistema binario situato nelle vicinanze della nostra galassia ed è oggetto di uno studio condotto dall’University College di Londra e dell’Università di Potsdam. Il paper è stato accettato per la pubblicazione dalla rivista Astronomy & Astrophysics.

I ricercatori hanno scoperto che una delle due stelle si nutre del materiale emesso dalla compagna. Nel dettaglio, i due oggetti appartengono alla categoria delle binarie a contatto e gravitano l’una intorno all’altra, percorrendo l’orbita completa ogni tre giorni. 

Grazie alle osservazioni effettuate con telescopi spaziali e terrestri gli scienziati hanno scoperto che la stella vittima della ‘cannibalizzazione’ diventerà un buco nero. Lo stesso destino è riservato all’altra, che la seguirà poco dopo. 

Entrambi i buchi neri si formeranno velocemente, in un paio di milioni di anni, ma orbiteranno l’uno intorno all’altro per miliardi di anni prima di scontrarsi con una forza tale da generare le onde gravitazionali. Queste increspature nel tessuto dello spazio-tempo causate da collisioni simili sono state già rilevate dagli osservatori terrestri.

«Grazie ai rilevatori di onde gravitazionali Virgo e Ligo – afferma Matthew Rickard, autore dello studio – negli ultimi anni sono state rilevate dozzine di fusioni di buchi neri. Questo è il primo caso di stelle che si scontrano diventando buchi neri in una scala temporale più breve. Scovare un fenomeno del genere nelle vicinanze della nostra galassia offre un’eccellente opportunità per scoprire il processo evolutivo di questi sistemi binari».

Gli scienziati hanno effettuato un’analisi spettroscopica delle due stelle grazie ai dati raccolti dal Multi Unit Spectroscopic Explorer, dal Very Large Telescope dell’Eso e dal telescopio spaziale Nasa-Esa Hubble. 

Il risultato dello studio indica che il raggio di entrambe supera il lobo di Roche, la regione di spazio attorno a una stella all’interno della quale il materiale orbitante è gravitazionalmente legato a quest’ultima. Questo particolare conferma che la stella più grande sta strappando via materiale dalla compagna più piccola.

«Tra soli 200 mila anni – conclude Daniel Pauli, dell’università di Potsdam – un lasso di tempo brevissimo in termini astronomici, la stella spogliata dei propri strati diventerà un buco nero. I due astri continueranno a orbitare l’uno intorno all’altro per miliardi di anni. La coppia si unirà in una fusione dopo circa 18 miliardi di anni, rilasciando una enorme quantità di energia sotto forma di onde gravitazionali».

Immagine in apertura: rappresentazione artistica del sistema binario nella Piccola Nube di Magellano. Crediti: Ucl / J. da Silva