Encelado non smette di stupire. Salita agli onori delle cronache per il suo mare sottosuperficiale e per un habitat che potrebbe favorire la vita, la sesta luna di Saturno si comporta come un cannone spara neve. Lo dimostrano le osservazioni radar in un nuovo studio che sarà presentato all’EPSC-DPS Joint Meeting 2019 a Ginevra da un team francese e statunitense guidato da Alice Le Gall.‎

Perché le lune interne di Saturno sono così luminose? E’ l’interrogativo a cui hanno cercato di rispondere gli studiosi analizzando 60 osservazioni radar su Mimas, Encelado e Teti, prese dal database della missione Cassini tra il 2004 e il 2017. La brillantezza estrema del radar è forse dovuta ai geyser che pompano acqua dall’oceano interno di Encelado e che diffondono particelle di ghiaccio su Encelado e sulle superfici delle altre lune.‎

L’effetto è amplificato da strutture boomerang che riflettono i segnali. “I segnali radar super luminosi che osserviamo presuppongono la presenza di un manto nevoso dello spessore di qualche decina di centimetri” dice Le Gall del Latmos di Parigi “ma questa composizione superficiale non basta per spiegare i livelli di luminosità registrati. Gli strati sub superficiali delle lune devono contenere agenti riflettenti molto efficienti, dato che le onde radar penetrano il ghiaccio fino a pochi metri e poi rimbalzano indietro, verso la loro fonte.”

La natura di queste strutture riflettenti rimane un mistero. Potrebbe essere collegata a caratteristiche sotterranee, come blocchi di ghiaccio, pinnacoli, fratture sulla superficie. Oppure a particolari formazioni lamellari, dette penitentes o a depressioni concave nella neve. ‎”Non abbiamo una risposta definitiva”, dice Le Gall “comprendere meglio queste misurazioni radar ci darà un quadro più chiaro dell’evoluzione di questi satelliti. Potrebbe anche essere utile alle future missioni per atterrare sulle lune.”‎