Una minaccia globale senza precedenti per la natura e per la nostra conoscenza dello spazio. Così è considerato dagli astronomi l’aumento dell’inquinamento luminoso dovuto al crescente numero di satelliti intorno alla Terra. Popolazione che in orbita bassa è più che raddoppiata dal 2019, anno di lancio della prima mega costellazione satellitare di SpaceX.

L’allarme lanciato dagli astronomi, con la pubblicazione di 4 articoli su Nature Astronomy lo scorso 20 marzo, pone l’attenzione su come le orbite terrestri congestionate dai satelliti aumentino il rischio di incidenti e scontri, quindi dello space debris intorno al nostro pianeta: numerosi frammenti di detriti sempre più piccoli che insieme costituiscono una nube di spazzatura spaziale in grado di riflettere la luce sulla Terra.

Le conseguenze di questo fenomeno sono principalmente due: la perdita di un cielo notturno incontaminato oltre a un maggiore costo economico e scientifico per gli osservatori astronomici. Un cielo più luminoso, infatti, fa sì che i deboli segnali astrofisici che giungono dallo spazio si perdano sempre di più nel rumore generato dalle particelle che incontrano viaggiando verso gli osservatori terrestri. L’aumento della spazzatura spaziale non può che amplificare questo disturbo mettendo a rischio le nostre capacità di osservare e studiare diversi eventi celesti.

Oltre ad aver lanciato l’appello, gli scienziati hanno misurato per la prima volta quanto un cielo notturno più luminoso influirebbe finanziariamente e scientificamente sul lavoro di un grande osservatorio. Secondo i loro modelli, l’Osservatorio Vera Rubin, attualmente in costruzione in Cile, pagherà nel prossimo decennio un aumento del 7,5% di luminosità del cielo notturno più scuro; parallelamente diminuirà del 7,5% il numero di stelle che l’osservatorio sarà in grado di vedere. Una perdita che si traduce in un costo di circa 21,8 milioni di dollari dovuto a maggiori ostacoli e tempi più lunghi per le osservazioni scientifiche.
Secondo un altro studio, il deterioramento delle condizioni di osservazione sarebbe, in realtà, ancora più amplificato, soprattutto per i siti a bassa quota maggiormente contaminati dalla luce artificiale. Il lavoro, basato su un’ampia modellazione, suggerisce che le attuali misurazioni dell’inquinamento luminoso starebbero sottostimando in modo significativo il fenomeno.

Anche per questo motivo, un gruppo di astronomi provenienti da Spagna, Portogallo e Italia ha lanciato un appello agli scienziati per unire le forze e contrastare questa minaccia alla loro professione. Una soluzione, emersa anche in un’altra pubblicazione, potrebbe essere quella di proporre politiche di regolamentazione e strategie di mitigazione coordinate a livello globale: passi urgenti e necessari per proteggere il cielo notturno incontaminato e preservare così un patrimonio collettivo immateriale.

Immagine in evidenza: illustrazione dello space debris intorno alla Terra basata sui modelli e software Master utilizzati da Esa per modellare l’ambiente dei detriti spaziali e la loro evoluzione. Crediti: Iras/Tu Braunschweig