A distanza di diciotto giorni dal primo tentativo di lancio, H3 dell’agenzia giapponese Jaxa prende il via ma il motore del secondo stadio non si accende e il razzo viene fatto esplodere in volo.

Succedeva ieri, 7 marzo, quando in Italia erano le 18.37:  l’H3 decollava dal Tanegashima Space Center come da programma, trasportando l’Advanced Land Observing Satellite-3 (Alos-3), un satellite per immagini ottiche da 3 tonnellate, costruito dalla Mitsubishi Electric Corporation.

Il lancio è stato nominale fino a circa 620 chilometri di altezza con separazione dei buster laterali, quando il team Jaxa – non ricevendo segnali dell’accensione del motore del secondo stadio – è stato costretto ad operare la procedura di autodistruzione del razzo.

Le speranze di vedere confermato il successo del volo inaugurale del nuovo razzo H3, che sperimentava l’alimentazione a idrogeno Le-5B-3 sono andate deluse. Il nuovo sistema di alimentazione era stato sviluppato da Mitsubishi Heavy Industries (Mhi) ed era una versione migliorata del motore Le-5B, utilizzato sul razzo H-2A.

Disagio e disappunto anche nelle dichiarazioni della ministra della scienza giapponese Keiko Nagaoka che ha ufficialmente ammesso: «E’ un risultato estremamente spiacevole» e  si è scusata per non aver soddisfatto le aspettative del pubblico e delle parti correlate, secondo quanto riportato dalla testata giornalistica Kyodo News.

Come è di prassi, è stata istituita una task force per determinare cosa abbia causato il fallimento nel modo più tempestivo e completo possibile.

Una ferita che brucia dopo il primo tentativo, anch’esso andato fallito, del 17 febbraio scorso quando l’H3 è rimasto sulla rampa di lancio; in quel caso si era trattato di un malfunzionamento dei due propulsori a razzo solido Srb-3, che non avevano risposto ai comandi di accensione.

H3 è stato co-sviluppato da Jaxa e Mitsubishi Heavy Industries al costo di 200 miliardi di yen (circa 1,5 miliardi di dollari) come successore di H-2A, che al 50° lancio dovrebbe essere ritirato; ad oggi mancano solo quattro partenze al suo ‘pensionamento’.

Esistono quattro varianti del razzo H3, ciascuna in una configurazione unica di motori Le-9 e propulsori a propellente solido montati lateralmente. Tutte e quattro le versioni utilizzano un secondo stadio alimentato da un singolo motore Le-5B-3. A seconda della versione del razzo, si possono portare in orbita carichi utili di almeno 4 tonnellate in un’orbita sincrona solare (Sso), con una capacità massima di 6,5 tonnellate in un’orbita di trasferimento geostazionario (Gto). È un miglioramento significativo rispetto alle capacità di H-2A – capacità di trasporto di 3,8 tonnellate a Sso e 4 tonnellate a Gto. Futuri aggiornamenti potrebbero consentire al razzo di  consegnare merci sulla Luna, incluso il previsto gateway lunare che la Nasa, per il programma Artemis, sta perseguendo in collaborazione con la Jaxa, con l’Esa e altri paesi, tra cui l’Italia.

In apertura: il razzo giapponese H3 decolla il 7 marzo durante il suo volo inaugurale, che fallisce quando il motore del secondo stadio del razzo non si accende. Credito: webcast Jaxa.