Lo scorso 11 dicembre, circa un mese dopo lo storico lancio di Artemis 1 verso la Luna, un’altra missione – decisamente più piccola – partiva per raggiungere il nostro satellite. Si tratta della sonda Lunar Flashlight, lanciata nello spazio da un razzo Falcon 9 di SpaceX insieme al lander giapponese che trasporta il rover lunare costruito dagli Emirati Arabi Uniti.

Grande più o meno come una valigetta, Lunar Flashlight è un piccolo satellite sviluppato e gestito dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, progettato per mappare il ghiaccio nelle regioni permanentemente in ombra vicino al polo sud della Luna.

Ma lo scorso 12 gennaio, mentre Lunar Flashlight era a circa un quarto del suo viaggio verso la Luna, che dovrebbe durare quattro mesi, la Nasa ha dichiarato di aver rilevato un problema ai propulsori della sonda.

«Anche se il piccolo satellite è in buona salute e continua a comunicare con il Deep Space Network, il team operativo della missione ha scoperto che tre dei suoi quattro propulsori non funzionano a dovere» ha scritto in un aggiornamento la Nasa.

Secondo quanto ricostruito dall’agenzia, anche sulla base di test a terra svolti in precedenza, le prestazioni insufficienti potrebbero essere causate da ostruzioni nelle linee del carburante, che potrebbero limitare il flusso di propellente ai propulsori.

Testare un nuovo tipo di propellente era per altro uno dei compiti di Lunar Flashlight: Ascent (da ‘Advanced Spacecraft Energetic Non-Toxic’), un propellente più sicuro rispetto a quelli comunemente utilizzati come l’idrazina.

La riduzione della spinta del propellente è stata osservata per la prima volta già tre giorni dopo il liftoff. Durante la crociera verso la Luna, il sistema di propulsione di Lunar Flashlight ha funzionato per impulsi di breve durata, fino a un paio di secondi alla volta.

Il team di missione spera di poter far funzionare i propulsori per periodi molto più lunghi, eliminando l’ostruzione delle linee di alimentazione dei propulsori durante le manovre di correzione della traiettoria che manterranno lo Smallsat in rotta per raggiungere l’orbita prevista intorno alla Luna. Nel caso in cui il sistema di propulsione non possa essere ripristinato a pieno regime, il team sta elaborando piani alternativi per eseguire le manovre utilizzando il sistema di propulsione con la sua attuale capacità di spinta ridotta.

In caso di successo, Lunar Flashlight potrà scendere in picchiata verso la superficie lunare, utilizzando un nuovo riflettometro laser costruito con quattro laser nel vicino infrarosso per illuminare i crateri permanentemente in ombra al Polo Sud lunare e rilevare il ghiaccio superficiale. Per raggiungere questo obiettivo con il poco propellente che è in grado di trasportare, il piccolo satellite utilizzerà un’orbita a raggiera quasi rettilinea ad alta efficienza energetica, che lo porterà a meno di 15 chilometri dal Polo Sud lunare nel punto più vicino e a ben 70.000 chilometri di distanza nel punto più lontano.

Ad oggi, esiste soltanto un altro veicolo spaziale ad aver utilizzato questo tipo di orbita: la missione Capstone nella Nasa, lanciata nel giugno 2022 su un’altra orbita quasi rettilinea, la stessa prevista per il Lunar Gateway.

Ma questa non è l’unica analogia tra i due piccoli satelliti: proprio come Lunar Flashlight, anche Capstone ha dovuto affrontare un viaggio verso la Luna pieno di difficoltà. Sperando che il lieto fine del viaggio di Capstone tocchi anche a Lunar Flashlight, non resta che seguire il percorso di questo nuovo piccolo satellite nello spazio profondo.

 

Immagine in apertura: Illustrazione che mostra Lunar Flashlight in una manovra di correzione dell’orbita, con la Luna e la Terra in background. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech