Non è certo un lavoro da tutti i giorni, quello che sta vedendo impegnati i tecnici della Nasa alla Multi-Payload Processing Facility del Kennedy Space Center, in Florida. Qui lo scorso 30 dicembre è arrivata la capsula Orion dopo aver viaggiato per oltre 2,2 milioni di chilometri oltre la Luna e ritorno, ed essersi inabissata nell’Oceano Pacifico l’11 dicembre. Decretando così il successo completo di Artemis 1, prima di una serie di missioni per riportare l’essere umano sul nostro satellite.

Tornata a casa, la navicella che ha dato ufficialmente il via al programma lunare guidato dalla Nasa è stata sottoposta subito a un’attenta ispezione per valutare gli effetti del viaggio sul veicolo. Un lavoro che sta andando ancora avanti: nella foto che potete vedere in alto, i tecnici sotto al modulo destinato ai futuri equipaggi esaminano da vicino lo scudo termico di Orion. Durante la fase del rientro in atmosfera, questa struttura ha sopportato temperature vicine ai 2.800 gradi Celsius. Anche se le prime verifiche hanno già dimostrato la tenuta dello scudo termico, per la Nasa è essenziale un’ispezione ancora più dettagliata. Per questo, una volta finito il lavoro alla Multi-Payload Processing Facility, lo scuso sarà rimosso dal veicolo e portato in un’altra struttura per ulteriori indagini.

Nel frattempo, il team di missione sta anche ispezionando i finestrini della capsula e le protezioni termiche installate sui pannelli del guscio posteriore della navicella, progettati per proteggerla dalle dure condizioni dello spazio.

In cima alla capsula si può invece osservare sistema di sollevamento sgonfio, un gruppo di cinque airbag in grado di posizionare la capsula sul lato destro dopo l’ammaraggio e che sono stati sgonfiati prima del trasporto al Kennedy Space Center.

Infine, i tecnici preleveranno campioni d’aria all’interno della capsula prima di posizionarla su un supporto di servizio che consentirà l’accesso all’interno. Una volta aperto il portello, verranno rimosse le scatole avioniche interne, che saranno sottoposte a loro volta a ulteriori test.

La manutenzione di Orion continuerà nei prossimi mesi, fino al suo trasferimento finale alla Neil A. Armstrong Test Facility presso il Glenn Research Center della Nasa, per essere sottoposta ad altri test ambientali.

Tutto questo sarà fondamentale per la missione Artemis 2, la prima che vedrà esseri umani a bordo di Orion. La missione, al momento prevista per il 2024, sarà un viaggio di dieci giorni in tutto, con un sorvolo ravvicinato del nostro satellite. L’allunaggio, nella regione polare meridionale, spetterà invece ad Artemis 3.

E intanto, mentre qui sulla Terra finiscono le ispezioni della capsula tornata dalla Luna, si attendono i nomi dei prossimi astronauti che voleranno verso il nostro satellite: un annuncio che, secondo quando dichiarato dalla Nasa, dovrebbe arrivare nei primi mesi del 2023.