E’ stato lanciato nel 1984 a bordo dello shuttle Challenger ed è rientrato sulla Terra, disintegrandosi a contatto con l’atmosfera, nelle prime ore di questa mattina. Stiamo parlando dell’Earth Radiation Budget Satellite (Erbs), un satellite della Nasa che durante la sua lunga carriera ha fornito informazioni sulla misurazione dell’ozono nella stratosfera e sull’assorbimento dell’energia solare.
Lo scorso 6 gennaio la Nasa ha diramato un bollettino che conteneva la possibile traiettoria di rientro che comprendeva l’Indonesia, lo stato del Nevada e l’Argentina. Secondo le stime dell’agenzia la probabilità di impatto dei frammenti generati dal satellite era bassa: circa 1 su 9.400.
Inizialmente programmato per una vita operativa di due anni, Erbs ha continuato a raccogliere dati fino al suo pensionamento ufficiale, avvenuto nel 2005. La tecnologia a bordo del satellite non consentiva il rientro controllato sulla Terra, anche in caso di malfunzionamenti. Le nuove generazioni di satelliti invece sono stati ideati per cercare di ridurre al minimo la possibilità di impatto dei frammenti con il nostro pianeta e per ridurre la presenza di detriti in orbita bassa. A questo proposito l’Office of Science and Technology Policy della Casa Bianca ha recentemente messo a punto un piano di gestione dei detriti spaziali. Il piano prevede la collaborazione di agenzie a diversi livelli che dovranno cooperare per ridurre i costi di rientro delle missioni.
Crediti foto: Nasa