La prossima missione di manutenzione del telescopio spaziale Hubble potrebbe essere privata. Lo scorso 22 settembre, Nasa e SpaceX hanno firmato uno Space Act Agreement, un accordo senza finanziamenti dall’agenzia statunitense, per valutare l’ipotesi della navicella Dragon per portare in futuro Hubble in un’orbita più alta.
La proposta, avanzata da SpaceX in collaborazione con Polaris Program e non di natura esclusiva, dovrà essere ora valutata attraverso uno studio di fattibilità di sei mesi, per il quale non sono previsti fondi Nasa.
Lanciato nel 1990, il telescopio Hubble gode tuttora di ottima salute. Nei 3 decenni di operatività ha, tuttavia, ricevuto 5 visite di altrettanti equipaggi per la sua assistenza: missioni realizzate tutte con lo Space Shuttle della Nasa, di cui l’ultima risale ormai al 2009. Queste hanno permesso all’iconico telescopio di osservare fino a oggi l’universo con una chiarezza rivoluzionaria.
Nonostante non soffra di acciacchi tecnici, Hubble ha un problema non indifferente: orbitare attorno alla Terra con una quota oggi inferiore di 60 km rispetto alla sua orbita iniziale, ufficialmente a 600 km di altitudine. Il suo lento tracollo orbitale è la conseguenza della resistenza atmosferica subita in 33 anni di egregio servizio.
Sceso attualmente a 540 km sulla superficie terrestre, secondo Patrick Crouse, responsabile del progetto Hubble presso il Goddard Space Flight Center della Nasa, il telescopio avrebbe il 50% di probabilità di cadere sulla Terra nel 2037 se non si interviene prima.
La Nasa potrebbe, tuttavia, progettare una missione con cui deorbitare Hubble entro la fine dell’attuale decennio, smaltendolo, così, in modo sicuro.
Eppure, un’alternativa è plausibile: una spinta potrebbe, infatti, riportare il telescopio all’altitudine ufficiale di 600 km, consentendo così all’osservatorio di continuare a lavorare per molti altri anni. La proposta di SpaceX da oggi in esame prevederebbe esattamente questo servizio, oltre a eventuali operazioni di potenziamento e manutenzione.
Lo studio di fattibilità ha ora lo scopo di raccogliere dati tecnici sia da Hubble che da Dragon, potendo così determinare se sia possibile tra loro un rendezvous sicuro, l’aggancio e lo spostamento del telescopio in un’orbita più stabile utilizzando la navicella di SpaceX.
«Esamineremo le capacità della navicella Dragon e come dovrebbero essere modificate per rendere sicuro il rendezvous e l’aggancio con Hubble – ha detto Jessica Jensen, vicepresidente delle operazioni e dell’integrazione dei clienti di SpaceX –I dettagli su come farlo fisicamente e su come realizzarlo in modo sicuro dal punto di vista della traiettoria sono tutti da definire».
Mentre Hubble e Dragon serviranno come modelli di prova per questo studio, alcune parti del concetto di missione potrebbero essere applicabili ad altri veicoli spaziali, in particolare quelli in orbita bassa attorno alla Terra come Hubble.
Immagine in evidenza: il telescopio spaziale Hubble e la navicella Dragon di SpaceX. Crediti: Nasa e SpaceX