👉 Seguici anche sul nostro canale WhatsApp! 🚀

 

Il ‘cuore’ del nostro pianeta segue un ritmo più pacato e avrebbe cominciato a rilassarsi nel 2010: lo afferma uno studio pubblicato recentemente su Nature. L’indagine, che ha coinvolto alcuni atenei statunitensi, tra cui la University of Southern California, e l’Accademia Cinese delle Scienze, affronta una questione ampiamente dibattuta nella comunità scientifica per due decenni e si basa sui dati raccolti dai sismografi. Il nucleo interno della Terra, dalle dimensioni simili a quelle della Luna, è una sfera solida costituita da ferro e nichel, circondata da uno strato esterno liquido degli stessi elementi; per studiarlo, i ricercatori devono fare affidamento sui dati delle onde sismiche da cui ricavano dei modelli che comprendono anche il suo movimento.

Nello specifico, il gruppo di lavoro ha utilizzato i dati relativi a terremoti che si sono verificati nello stesso luogo e hanno prodotto sismogrammi identici. I dati in questione risalgono a un intervallo di tempo compreso tra il 1991 e il 2023 e sono relativi a sismi ripetuti nella zona delle Isole Sandwich Australi; gli scienziati li hanno integrati anche con i dati sismici di alcuni test nucleari svolti nei primi anni ’70.

Dall’analisi di questo materiale emerge che il nucleo interno della Terra stia appunto rallentando il suo movimento rispetto alla superficie sin dal 2010. Gli autori del saggio hanno riscontrato lo schema che attesta questo fenomeno in vari sismogrammi. «Quando ho visto per la prima volta i sismogrammi che accennavano a questo cambiamento, sono rimasto perplesso – ha dichiarato John Vidale, docente presso la University of Southern California e secondo autore dello studio – Ma quando abbiamo trovato altre due dozzine di osservazioni che presentavano lo stesso schema, il risultato è stato inconfutabile. Il nucleo interno aveva rallentato per la prima volta in molti decenni (…) Il nostro recente studio fornisce la risoluzione più convincente».

Secondo i ricercatori, il rallentamento sarebbe dovuto al rimescolarsi del nucleo esterno liquido unitamente alle spinte gravitazionali prodotte dalle regioni dense del sovrastante mantello roccioso. Al momento, le conseguenze di questo fenomeno sulla superficie della Terra possono essere solo ipotizzate: ad esempio, la durata del giorno potrebbe essere alterata di frazioni di secondo. Il team dello studio intende proseguire questo filone di ricerca per tracciare il percorso del nucleo interno in modo ancora più dettagliato.

In alto: il nucleo interno della Terra (Crediti: Usc Graphic/Edward Sotelo)