Disponibile in libreria dallo scorso dicembre, “L’Italia nello spazio – Il racconto dei suoi protagonisti” di Maurizio Maschio, pubblicato per la Cartman Editore, è un piacevole racconto di un “umanesimo dello spazio”.

Dieci interviste esclusive a Piero Angela, Giorgio Bianciardi, Piero Bianucci, Walter Cugno, Giancarlo Genta, Vincenzo Giorgio, Paolo Nespoli, Linda Raimondo, Liliana Ravagnolo e Giorgio Saccoccia: protagonisti coinvolti, con diversi ruoli, in una nuova era dell’esplorazione spaziale.

Una nuova era che apre le porte a un vero e proprio rinascimento della conoscenza per la conquista di altri luoghi sconosciuti, inospitali, lontani e che fanno della scienza, della tecnologia e dell’esplorazione spaziale la Divina Commedia del sapere, nella prefazione di Luca Parmitano.

Un dream team spaziale che osserva e commenta le singole esperienze – tutte di successo – in questo settore, ottenute in cambio di passione, dedizione, coraggio, paure e visioni di uomini e donne. Le domande dell’autore sono pensate per svelare i loro pensieri sul futuro. Quel futuro che ci aspetta dietro l’angolo degli attuali avamposti, conquistati dalla scienza e dall’esplorazione spaziale.

I loro commenti sono una proiezione di quello che accadrà negli anni a venire, a partire dalla conquista di nuovi habitat ancora stranieri e da colonizzare. La Luna, guardando Marte, è la scenografia in sottofondo, che consente all’autore di disegnare lo stato dell’arte della scienza e della tecnologia e il loro impatto sui risvolti economici e antropologici di una specie, quella umana.

La nostra specie sembra guidata da un impulso comune alle altre specie presenti sul pianeta Terra: come i semi dei pioppi che volano lontani nel vento per rispondere all’impulso stesso della vita, quello di disseminare la propria presenza oltre il proprio confine.

Imparare a vivere fuori dalla Terra è l’obiettivo di questo nuovo millennio per l’essere umano. L’ impulso per raggiungere l’obiettivo modifica l’approccio antropologico della specie umana e provoca reazioni economiche.

La space economy che oggi vale trecentocinquanta miliardi di dollari è destinata a crescere fino a mille miliardi di dollari nel 2040, anche se le stime di crescita andranno riviste alla luce della crisi economica globale, ricorda Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana.

È in quest’ottica che prende forma e si avvia quel rinascimento della conoscenza, che passa per la conquista di nuovi mondi che vivremo attraverso un cambio di prospettiva.

Forte è il messaggio di consapevolezza in tutti i racconti dei dieci protagonisti che lo spazio e la sua ricerca non dovrebbero mai perdere di vista la sostenibilità, il rispetto e la tutela dell’ambiente in cui viviamo, ma anche di quello che andremo a conquistare. Deciso è il richiamo a cambiare punto di osservazione, attraverso la consapevolezza che siamo solo una tra le migliaia di specie che si sono evolute in questa azzurro pianeta che ci ospita e che, visto dallo spazio, mostra i segni di una visione troppo antropocentrica e poco “glocouniversale” cioè globale e universale allo stesso tempo.

Scritto nel 2020, “L’Italia nello spazio – Il racconto dei suoi protagonisti” assorbe la contemporaneità del periodo, con riferimenti anche alla recente pandemia di coronavirus, ben collocando il ruolo della medicina spaziale e delle telecomunicazioni dallo spazio come tecnologie innovative a sussidio di chi è chiamato a combattere un nemico invisibile e non per questo meno letale.

Tra le tante domande e risposte, una le rappresenta tutte. Abilmente provocato dall’autore su cosa chiederebbe a un extraterrestre, Piero Angela risponde: «… ah sì ecco, la cosa che chiederei all’extraterrestre è: cosa c’era prima del Big Bang?».