La storia della conquista dello spazio dove la protagonista principale è l’Italia. Un viaggio lungo quasi 60 anni nel quale viene raccontata, a macchia di leopardo, l’avventura che il nostro Paese intraprese lanciando nel lontano dicembre del 1964 il satellite San Marco 1. Era l’esordio che ci portò ad essere tra le prime nazioni al mondo ad avere in orbita un proprio satellite. Una prima tappa che nel corso degli anni ha portato l’Italia oggi ad essere considerata con la sua Agenzia Spaziale Italiana tra le nazioni più impegnate ma anche tra le più competenti a livello planetario in questo settore. Questa storia ricca di particolari molti dei quali sconosciuti, è scritta nel libro di Antonio Lo Campo “Spazio made in Italy” con illustrazioni di Mauro Gariglio edito dalla Espress. Un testo che nelle sue 251 pagine ha l’obiettivo di raccontare e far raccontare l’impegno che l’Italia ha messo nel progredire in questo comparto altamente tecnologico ma anche di grande prestigio.
Far raccontare, come detto, perché oltre al testo di Lo Campo appaiono finestre di testimonianze dirette scritte da alcuni dei protagonisti di questa avventura oltre il cielo. Si parte da Ernesto Vallerani già presidente di Alenia Spazio al primo astronauta con il Tricolore sulla spalla Franco Malerba, da Walter Cugno responsabile Dominio Esplorazione e Scienza della Thales Alenia Space Italia a Enrico Flamini già direttore dei programmi scientifici dell’Agenzia Spaziale Italiana solo per citarne alcune tra la dozzina di autorevoli testimonianze che si trovano nel libro. Ogni programma che ha visto L’Italia, spesso in prima fila, viene raccontata. SIRIO, Spacelab, International Space Station, Tethered, VEGA, San Marco, Cassini-Huygens, PRISMA, Hipparcos, AGILE, COSMO-SkyMed, Rosetta, Italsat, AMS, BepiColombo, BeppoSAX, ExoMars e tantissimi altri. Molti di questi corredati da un disegno di Gariglio che porta il libro al di fuori dei soliti schemi e lo rende unico.
Un testo ben scritto come sa fare Antonio Lo Campo appassionato sin da piccolo ed oramai esperto di questa materia che ha solo il difetto di non raccontare la storia in modo strettamente cronologico e per essere davvero pignoli fino in fondo è auspicabile in una seconda edizione, inserire un indice per i tanti programmi e nomi citati. Ma sono peccati veniali visto che la lettura è davvero piacevole e porta il libro ad essere un testo che nello stesso tempo può essere considerato divulgativo ma anche un punto di riferimento e quindi uno strumento di lavoro per chi opera in questo affascinante settore.