Le immagini realizzate dalla sonda giapponese Akatsuki hanno svelato i meccanismi del funzionamento della super rotazione di Venere. Il pianeta, uno dei più inospitali del Sistema Solare caratterizzato di un potente effetto serra e ricoperto da una coltre di nubi tossiche, impiega quasi 243 giorni  terrestri per ruotare intorno al proprio asse mentre la sua atmosfera procede a un ritmo decisamente più spedito, completando la rotazione in appena 4 giorni. L’atmosfera in rapido movimento trasporta il calore dal lato illuminato del pianeta a quello in ombra, riducendo le differenze di temperatura tra i due emisferi

Lo studio, pubblicato su Science, ha rivelato che la super rotazione venusiana è alimentata vicino all’equatore dalle forze mareali formate dal riscaldamento solare sul lato giorno del pianeta e dal raffreddamento sul lato opposto. I ricercatori giapponesi hanno utilizzato un nuovo metodo per tracciare le nuvole e ricavare la velocità del vento dalle immagini fornite dalle telecamere a ultravioletti e infrarossi su Akatsuki, che ha iniziato a orbitare intorno a Venere nel dicembre 2015. Questi dati hanno permesso di stimare il contributo delle onde atmosferiche e della turbolenza alla super-rotazione.

Il processo che alimenta la super rotazione di Venere

Gli scienziati  hanno notato per la prima volta che le differenze  della temperatura atmosferica tra le latitudini basse e alte sono così minime che implicano la presenza di circolazione attraverso queste ultime. «Dato che la circolazione attraverso le latitudini dovrebbe alterare la distribuzione del vento e indebolire il picco di super-rotazione – spiega Takeshi Horinouchi, autore dello studio – ci deve essere un altro meccanismo che rafforza e mantiene la distribuzione del vento osservata. Ulteriori analisi hanno rivelato che questo  fenomeno è sostenuto dalla marea termica – una variazione della pressione atmosferica dovuta al riscaldamento differenziale diurno dell’atmosfera da parte del Sole – che fornisce l’accelerazione alle basse latitudini. Studi precedenti hanno suggerito che la turbolenza atmosferica e le onde diverse da quelle provocate dalle maree termiche possano fornire l’accelerazione. Tuttavia il nostro studio ha dimostrato che esse lavorano in modo opposto ovvero rallentano debolmente la super-rotazione a bassa latitudine, anche se svolgono un ruolo importante alle medie e alle alte latitudini»

La ricerca ha fatto luce sui fattori che mantengono la super rotazione e ha suggerito la presenza di un doppio sistema di circolazione che trasporta efficacemente il calore in tutto il pianeta : la circolazione meridionale trasporta lentamente il calore verso i poli e la super rotazione che sposta rapidamente il calore verso il lato in ombra del pianeta. «Il nostro studio – conclude Hourinuochi –  potrebbe aiutare a comprendere meglio i sistemi atmosferici presenti su esopianeti a rotazione sincrona che mostrano sempre la stessa faccia al corpo attorno al quale orbitano».