L’universo è teatro di continue battaglie, dallo scontro tra stelle fino ad arrivare a vere e proprie guerre galattiche. Le collisioni tra galassie sono tra gli eventi più drammatici del cosmo, e possono addirittura arrivare a far sparire del tutto una delle due contendenti.

Senza dover andare troppo lontano, un esempio si trova proprio a casa nostra. La Via Lattea è infatti protagonista da miliardi di anni di una lotta davvero impari: il continuo scontro con una vicina di casa piccola ma accanita. È la galassia nana del Sagittario, nome in codice Sgr, in orbita attorno alla ben più grande Via Lattea. Ma la differenza di dimensioni non ha impedito alle due galassie di arrivare allo scontro. Un po’ come nella storia di Davide e Golia, dove il giovane pastore sconfigge il temibile gigante dei Filistei armato soltanto di una fionda. In questo caso, alla nostra galassia spetta il ruolo di Golia. Anche se Sgr non può competere per stazza con la Via Lattea, grazie a una serie di colpi ben assestati è riuscita a deformarla irrimediabilmente. Gli astronomi pensano addirittura che sia proprio il Sagittario il principale responsabile dell’attuale aspetto della nostra galassia.

Il primo scontro sarebbe avvenuto quasi due miliardi di anni fa. Come conseguenza dell’impatto, sarebbero iniziati a emergere i bracci a spirale tipici della Via Lattea. Ma a differenza della narrazione biblica, nonostante le ferite subite in questo caso non sarà Golia a soccombere. Scontro dopo scontro, secondo gli astronomi la Via Lattea è già destinata alla vittoria. Il prossimo round è previsto tra una decina di milioni di anni, e alla fine della partita si pensa che il Sagittario sarà totalmente assorbito dalla Via Lattea.

Nel frattempo, le conseguenze di questa lotta galattica sono già ben visibili, se si sa dove guardare. E per questo genere di osservazioni gli occhi migliori appartengono a Gaia, il telescopio spaziale dell’Esa. Da anni questo prezioso satellite sta costruendo una mappa della Via Lattea, determinando accuratamente le posizioni di oltre un miliardo di stelle. Ora una nuova ricerca guidata dall’Inaf di Bologna ha utilizzato i dati di Gaia per ricostruire le tracce degli antichi scontri tra la Via Lattea-Golia e il Sagittario-Davide. E identificare le cosiddette code mareali, testimonianza principale dell’impatto. Quando due galassie entrano in orbita stretta l’una attorno all’altra si formano infatti delle regioni di spazio “distorte”, che vengono strappate via dalla rotazione differenziale delle galassie stesse. Questo materiale viene espulso a gran velocità, formando appunto le code mareali.

Il nuovo studio ha scovato per la prima volta i resti delle code mareali prodotte dalle antiche collisioni tra Sgr e la nostra galassia. In particolare i ricercatori hanno utilizzato i dati di Gaia per passare in rassegna 11 ammassi globulari della Via Lattea. Un ammasso globulare è un insieme di stelle a forma di sfera che orbita attorno al centro di una galassia. Gli scienziati, guidati da Michele Bellazzini dell’Inaf, hanno scoperto che 6 ammassi globulari della Via Lattea sono effettivamente parte delle code mareali. Il che significa che questi insiemi di stelle un tempo appartenevano alla galassia del Sagittario, e che in seguito allo scontro sono stati scaraventati qui da noi.

Degli 11 reperti analizzati da Gaia, i 6 originari della galassia nana si chiamano M54, Ter7, Arp2, Ter8, Pal12 e Whiting1. Ci sono poi altri tre possibili candidati, Ngc2419, Ngc5634 e Ngc4147, che dovranno essere sottoposti a ulteriori verifiche. Esclusi invece i due ammassi globulari Pal2 e Ngc6284, che probabilmente hanno un’origine differente.

Lo studio, accettato per la pubblicazione su Astronomy & Astrophysics, è attualmente disponibile come preprint su ArXiv.