Tra i mille centauri che orbitano attorno al Sole, Webb ne ha osservato uno diverso dagli altri, Chirone. Parliamo di quei corpi minori, con la duplice natura di cometa e asteroide, che risiedono nella regione tra Giove e Nettuno e la cui composizione mista di ghiaccio e gas, li contraddistingue dagli altri oggetti del Sistema Solare esterno.

Chirone, il cui nome formale è 2060 Chiron o 95P/Chiron nella sua designazione cometaria, è stato scoperto nel 1977. Il primo della classe dei centauri. Lungo circa 218 chilometri, fu inizialmente inserito nella categoria degli asteroidi, ma mentre si avvicinava perielio nella sua orbita ellittica di 50 anni, il calore del Sole ha provocato la sublimazione di alcuni ghiacci, dando origine a una chioma gassosa tipica delle comete.

I ricercatori dell’Università di Oviedo in Spagna, con i dati ricavati con il telescopio spaziale Webb, hanno scoperto che la composizione dei ghiacci superficiali di Chirone è diversa da qualsiasi altro centauro osservato finora. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics.

Webb ha rilevato monossido di carbonio e anidride carbonica ghiacciata sulla superficie di Chirone e anidride carbonica e metano nella sottile chioma. La presenza e l’abbondanza di metano spiegherebbero la sublimazione dal ghiaccio sulla superficie più esposta al calore solare. Ma, mentre il rilevamento di questi ghiacci non è insolito, è la loro combinazione su Chirone che risulta sorprendente.

«Scoprire quali gas fanno parte della chioma e le loro diverse relazioni con i ghiacci sulla superficie ci aiuta a comprendere le proprietà fisiche e chimiche, come lo spessore e la porosità dello strato di ghiaccio, la sua composizione e come l’irradiazione lo influenza» ha detto Noemi Pinilla-Alonso coautrice della ricerca. Osservare la trasformazione di questi corpi mentre vengono scaldati dal Sole, offre un’opportunità unica per conoscere gli strati di superficie e del sottosuolo.

«Ciò che rende unico Chirone è che possiamo osservare sia la superficie, dove si trova la maggior parte dei ghiacci, sia la chioma, dove vediamo i gas che hanno origine dalla superficie o appena sotto di essa» ha spiegato Pinilla-Alonso.

Arrivato alla sua massima distanza dal Sole nel 2021, Chirone raggiungerà nuovamente il perielio nel 2047, quando si troverà a 1,27 miliardi di chilometri dalla nostra stella. Man mano che si avvicinerà diventerà più luminoso, consentendo osservazioni più accurate sulla chimica dei suoi ghiacci e su come l’irradiazione e la luce solare possano influenzare la sua superficie ghiacciata.

Sembra che i centauri si siano formati nella parte più esterna del Sistema Solare, oltre Nettuno, ma che l’attrazione gravitazionale di Giove li abbia spinti più all’interno. Poiché si ritiene che questi corpi siano rimasti intatti dal momento della loro formazione 4,5 miliardi di fa, la loro incontaminazione potrebbe dirci molto sulle origini del Sistema Solare.

 

Immagine in evidenza: illustrazione di un centauro vicino al perielio – Crediti: William Gonzalez Sierra