Si trova nella costellazione di Cassiopea, a 2,2 milioni di anni luce dalla Terra, ha un aspetto asimmetrico e per lungo tempo la sua natura sfuggente è stata un rebus per gli studiosi: sono i dati salienti di Ic 10, una galassia irregolare al centro del nuovo ‘ritratto artistico’ di Hubble. Ic 10, nota anche come Leda 1305, Ugc 192 and 2Masx J00201733+5918136, fa parte del Gruppo Locale, una ‘famiglia’ di 50 galassie situata nel nostro vicinato cosmico e comprendente anche la Via Lattea.

La conferma dell’appartenenza di Ic 10 al Gruppo è arrivata solo nel 1996, ad oltre un secolo di distanza dal suo primo avvistamento. La galassia, infatti, fu scoperta nel 1887 dall’astronomo americano Lewis Swift che all’inizio la considerò erroneamente una nebulosa, mentre nel 1935 il suo collega Nicholas Mayall la ritenne un oggetto extragalattico. Edwin Hubble, il celebre studioso di cui il telescopio Nasa-Esa porta il nome, fu il primo ad intuire che Ic 10 potesse far parte del Gruppo Locale, ma la natura della galassia rimase incerta per decenni. La conferma definitiva dello stato di Ic 10 e della sua appartenenza al Gruppo è giunta solo nel 1996, grazie alle misurazioni della sua distanza basate sulle osservazioni delle stelle Cefeidi. La galassia, che ha un’ampiezza di soli 5mila anni luce, rimane comunque un’entità difficile da studiare anche con i mezzi odierni, perché è molto debole e si trova in un’area in cui la visuale è disturbata dall’affollamento di stelle e polveri cosmiche.

In ogni caso, Ic 10 è un oggetto celeste interessante per gli astronomi. Pur non avendo l’aspetto leggiadro delle sue ‘colleghe’ ellittiche e a spirale, è una galassia di tipo starburst, vale a dire è caratterizzata da un tasso molto elevato di formazione stellare, sostenuto da vaste riserve di idrogeno. Il gas si condensa in ampie nubi molecolari, che poi creano densi nodi dove la pressione e la temperatura raggiungono un livello tale da scatenare le reazioni nucleari all’origine dei baby astri. Hubble ha realizzato il ritratto di Ic 10 con una serie di scatti della sua fotocamera Acs (Advanced Camera for Surveys) nella lunghezza d’onda dell’ottico; i dati utilizzati per immagine sono stati ottenuti tramite tre differenti filtri. Ic, la sigla che – combinata a numeri – designa numerose entità del cosmo, è l’acronimo dell’Index Catalogue, supplemento al monumentale New General Catalogue of Nebulae and Star Cluster (Ngc), pubblicato nel 1888 dall’astronomo danese Johann Dreyer. Anche l’Index Catalogue, diviso in due parti, si deve a Dreyer e comprende complessivamente 5386 oggetti; le due sezioni furono pubblicate, rispettivamente, nel 1895 e nel 1908.