Esiste attorno al Sole una ‘coperta’ leggera, formata da gas e vapori provenienti dagli strati più interni dell’atmosfera della nostra stella. È la corona solare, estesa per milioni di chilometri e visibile soltanto durante le eclissi. La sua temperatura arriva fino a milioni di gradi: a causa di questo elevato calore, la materia in essa contenuta si trova sotto forma di plasma.

Gli scienziati pensano che il campo magnetico solare sia determinante per la struttura della corona, ma i meccanismi fisici responsabili del suo riscaldamento non sono ancora del tutto chiari. Ora un team internazionale di ricercatori da Stati Uniti, Giappone e Svizzera fornisce una possibile spiegazione del fenomeno. Secondo il nuovo studio, pubblicato su Nature Astronomy, il calore sarebbe ‘iniettato’ nell’atmosfera del Sole da una serie di piccole esplosioni sulla superficie della stella. Il gruppo di ricerca ha utilizzato i dati raccolti dal razzo FOXSI-2, che ha permesso di analizzare le emissioni a raggi X della corona (immagine in basso).

I risultati hanno mostrato alcune emissioni particolarmente energetiche: questo ha suggerito l’ipotesi della presenza di cosiddetti ‘nanobrillamenti’, esplosioni solari di piccola entità difficili da individuare con gli strumenti tradizionali. Questa nuova teoria, ancora da dimostrare, potrà essere testata nei prossimi anni grazie alle tecnologie satellitari di nuova generazione, capaci di captare in modo più preciso le variazioni dell’ineffabile manto dell’atmosfera solare.

 

Dati raccolti da FOXSI-2 (Nature Astronomy)