Nella serata del 18 luglio, dopo 16 mesi di attività, il team scientifico responsabile della missione Lisa Pathfinder ha inviato il segnale di spegnimento del satellite. Il dimostratore per la ricerca di onde gravitazionali dallo spazio si trova ora su un’orbita sicura attorno al Sole. Durante il suo funzionamento, Lisa Pathfinder ha testato le tecnologie chiave per la missione Lisa, l’osservatorio spaziale per onde gravitazionali, e ha dimostrato la loro possibilità operativa.
«Il momento in cui eravamo in contatto con Lisa Pathfinder e abbiamo spento per sempre il satellite è stato emotivamente molto forte», racconta Karsten Danzmann, direttore del Max Planck Institute for Gravitational Physics e co-principal investigator della missione Lisa Pathfinder. «Dopo anni di pianificazione, con il lancio avvenuto nel dicembre 2015 abbiamo trascorso giorni e notti lavorando duramente, e aprendo la strada al futuro dell’astronomia delle onde gravitazionali».
Le misure raccolte dalla missione hanno superato di gran lunga le aspettative di tutti i ricercatori coinvolti. Lisa Pathfinder ha dimostrato che la tecnologia necessaria per far funzionare Lisa può essere sviluppata. Ora il team sta lavorando alla realizzazione di Lisa, l’osservatorio per onde gravitazionali più ambizioso mai costruito: tre satelliti che lavoreranno in formazione coordinata, formando un triangolo equilatero con un lato da 2.5 milioni di chilometri. Le onde gravitazionali che attraverseranno la formazione di Lisa provocheranno spostamenti pari a un trilionesimo di metro.
L’obiettivo di Lisa sarà misurare le onde gravitazionali a bassa frequenza, prodotte ad esempio dalla collisione tra buchi neri supermassicci, oggetti con masse da milioni a miliardi di volte quella del Sole. Questi segnali sono attualmente inaccessibili ai rivelatori di onde gravitazionali terrestri, ma potranno essere rivelati dallo spazio.
«In seguito alla fine della missione Lisa Pathfinder possiamo continuare a dedicarci con grande entusiasmo a Lisa», prosegue Danzmann. «Con questo nuovo osservatorio andremo ad aumentare la nostra capacità di misurazione delle onde gravitazionali, estendendo l’intervallo di rivelazione offerto dagli strumenti terrestri come Geo600, Ligo e Virgo, aggiungendo il nostro tassello al lato oscuro dell’Universo».
I sistemi di bordo di Lisa Pathfinder sono stati disattivati nella giornata di ieri, 18 luglio, poco dopo le 20:00, ora italiana, quando il segnale inviato dal centro per le operazioni spaziali europee dell’Esa è giunto a destinazione. A partire da quel momento il satellite non può ricevere né inviare alcun segnale. La manovra di posizionamento nell’orbita sicura è stata effettuata ad aprile scorso, assicurando la navicella da possibili riavvicinamenti con la Terra.
Il contributo italiano alla missione è importante, sia a livello scientifico che tecnologico. Tra i componenti chiave della missione vi sono i sensori inerziali prodotti in Italia dalla Compagnia Generale dello Spazio (Cgs spa) con il finanziamento dell’Agenzia Spaziale Italiana e su progetto degli scienziati dell’Università di Trento, con la coordinazione del principal investigator della missione Stefano Vitale dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.